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Coronavirus, le cure sono ancora molto lontane

 

Una cura contro il coronavirus è ancora lontana: si sta lavorando con farmaci già noti, ma i test in vitro non sono sufficienti per trarre alcuna conclusione: così l’esperto di malattie infettive Massimo Galli, dell’ Università di di Milano e primario dell’ospedale Sacco, commenta l’annuncio fatto oggi in Cina secondo cui due antivirali possono inibire il coronavirus 2019-nCoV, basato su test in vitro. “In una situazione così critica – ha rilevato Galli – si lavora con quello che si ha”.

Attualmente non esistono farmaci specifici contro il nuovo coronavirus e si sta verificando la possibilità di utilizzare vecchi farmaci nati per combattere altri virus. E’ proprio questo il caso dei due farmaci che il gruppo di ricerca diretto da Li Lanjuan, della Commissione cinese per la Sanità e la Medicina ha annunciato essere efficaci in vitro contro il coronavirus 2019-nCoV.

Il primo si chiama Abidol è un farmaco utilizzato contro i più comuni virus dell’influenza stagionale, quelli del tipo A e B, e potrebbe essere efficace anche contro altri virus che aggrediscono le vie respiratorie; funziona impedendo al virus di attraversare la membrana delle cellule e di penetrare al loro interno per replicarsi.

Il secondo farmaco si chiama Darunavir ed era stato messo a punto per combattere il virus Hiv responsabile dell’Aids; funziona impedendo all’enzima del virus chiamato proteasi, fondamentale per la replicazione del virus. “C’è da dire però – ha rilevato Galli – che la proteasi del virus Hiv è molto lontana da quella del conovirus”.

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