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Coronavirus, uscito dalla Cina con 34 casi invisibili

 

A portare il coronavirus SarsCoV2 fuori dalla Cina sono stati 34 casi invisibili, sfuggiti a ogni osservazione clinica forse perché con sintomi lievi. Lo indica il modello matematico pubblicato sul sito MedrXiv ed elaborato dal gruppo dell’Università Fudan di Shanghai diretto da Yi Li e Meng Liang. Lo stesso modello matematico, basato sui casi rilevati dal 21 gennaio al 28 febbraio, indica che le misure di contenimento sono indispensabili perché i casi tendono a moltiplicarsi per 10 ogni 19 giorni.

“La dinamica della diffusione del virus è complessa e continua a variare nel resto del mondo”, osservano gli autori della ricerca. Per questo hanno deciso di affrontarla con un modello in grado di semplificare la situazione reale per estrapolare delle tendenze generali nell’evoluzione dell’epidemia al di fuori dalla Cina.

Basato sulle statistiche pubblicate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), il modello indica che all’origine dell’epidemia che oggi ha fatto superare nel mondo la soglia di 100.00 casi (quasi 20.000 dei quali fuori dalla Cina), ci siano stati 34 “pazienti non osservati”. Per i ricercatori è un dato che “non sorprende”. Potrebbero infatti essere state persone “con sintomi lievi, tanto da non avere bisogno di andare in ospedale”. Per i ricercatori “non si può escludere che questi casi esistessero già prima o parallelamente al focolaio di Wuhan”, dal quale è cominciata l’epidemia in Cina.

L’altro dato che emerge dalla ricerca è l’aumento dei casi fuori dalla Cina, che “segue globalmente una tendenza quasi esponenziale, con un tasso di crescita di 10 volte ogni 19 giorni”. E’ questa, secondo il modello, la tendenza alla quale l’epidemia tenderebbe a crescere se non fossero adottate misure di contenimento. Per questo gli autori della ricerca lanciano un appello perché vengano adottate “azioni globali sulla salute pubblica in tutto il mondo”.

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