Si nascondeva nei fondali del Mar Glaciale Artico uno dei microrganismi piu’ enigmatici nella storia dell’evoluzione: a sorprendere non e’ tanto il suo aspetto bizzarro, con i lunghi tentacoli, quanto il fatto che potrebbe essere l’anello mancante del passaggio dalle cellule primitive a quelle dotate di nucleo, Adesso e’ stato fatto crescere in laboratorio e potra’ essere studiato.
L’esperimento, che ha richiesto quasi 10 anni perche’ il microrganismo si moltiplica molto lentamente, e’ descritto sulla rivista Nature e si deve al gruppo coordinato da Hiroyuki Imachi, dell’Agenzia giapponese per la scienza e la tecnologia marina-terrestre (Jamstec), e da Masaru Nobu, dell’Istituto giapponese di scienza e tecnologia industriale avanzata (Aist).
Il microrganismo era stato scoperto nel 2010 e l’analisi del suo Dna aveva sorpreso i ricercatori: da un lato era chiaro che si trattava di un esemplare dei microrganismi primitivi chiamati Asgard Archea, un termine che fa riferimento al luogo mitologico delle divinità nordiche, ma nello stesso tempo aveva caratteristiche genetiche associate agli organismi che hanno cellule dotate di nucleo chiamati Eucarioti.
Il primo microrganismo Asgard Archea coltivato in laboratorio, chiamato Prometheoarchaeum syntrophicum (fonte: Imachi et al., bioRxiv, 2019)
Per eliminare il dubbio che il campione fosse contaminato, i ricercatori hanno fatto moltiplicare in laboratorio il bizzarro microrganismo, chiamato Prometheoarchaeum syntrophicum in riferimento al mito di Prometeo. In questo modo è stata confermata l’ipotesi iniziale che il microrganismo era effettivamente il progenitore delle cellule eucariote. E’ emerso inoltre che vive in simbiosi con due ‘colleghi’ che si nutrono dell’idrogeno che produce quando scompone il cibo e che in questo modo lo aiutano a crescere meno lentamente. L’idrogeno ostacola infatti la sua crescita.
Secondo i ricercatori nel momento in cui l’atmosfera terrestre e’ diventata piu’ ricca di ossigeno il Prometheoarchaeum avrebbe stretto una relazione con i batteri che utilizzavano l’ossigeno, aumentando le sue possibilita’ di sopravvivenza e avviandosi verso un metabolismo vicino a quello delle cellule eucariote. Tuttavia c’e’ bisogno di ulteriori ricerche per dimostrare questo passaggio dell’evoluzione, senza contare il fatto che il Prometheoarchaeum potrebbe essere diverso dai suoi simili vissuti miliardi di anni fa.