Ottenuto in laboratorio un modello cellulare che riproduce le caratteristiche di un embrione umano di 18-21 giorni: chiamato ‘gastruloide’, ha la forma di un fagiolo in cui inizia a delinearsi la struttura che guiderà la formazione della testa e della coda e poi dell’intero organismo. Sviluppato a partire da cellule staminali embrionali, permetterà di fare luce sulla fase della gastrulazione, la ‘scatola nera’ dello sviluppo embrionale in cui hanno origine molti difetti congeniti. Il risultato è pubblicato su Nature dall’Università di Cambridge e, sebbene non infranga alcuna regola etica, inizia a sollevare dubbi sui possibili sviluppi futuri della ricerca.
Il gastruloide infatti non può diventare un vero embrione, non ha cellule cerebrali né i mezzi necessari per attecchire in utero: queste caratteristiche lo rendono uno strumento preziosissimo per conoscere i processi dello sviluppo embrionale che finora era impossibile osservare direttamente, dal momento che in laboratorio non si possono coltivare gli embrioni umani spingendoli oltre il 14/o giorno.
Alcuni esperti di bioetica, però, sospettano che questo progresso scientifico possa evolvere in maniera incontrollata. Il sito di Science, per esempio, riporta i dubbi di Insoo Hyun, della Case Western Reserve University, secondo il quale alcuni ricercatori potrebbero voler sfidare il limite dei 14 giorni per verificare se il gastruloide riproduce fedelmente la realtà, mentre altri potrebbero voler sviluppare il modello arricchendolo di cellule cerebrali o annessi per l’impianto in utero: “che cosa li fermerebbe dal farlo?”, si domanda Hyun.
Per ora i ricercatori di Cambridge guidati da Alfonso Martinez-Arias hanno come unico obiettivo capire come avviene la gastrulazione e a che cosa può andare storto causando aborti, malattie e difetti congeniti. Durante questa fase dello sviluppo, infatti, emergono tre strati di cellule che formeranno le principali componenti dell’organismo: l’ectoderma, che dà origine al sistema nervoso, il mesoderma, da cui nascono i muscoli, e l’endoderma che darà l’intestino.