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Debutta in Italia la space economy – VIDEO

Fare sistema e favorire l’incontro tra industria, mondo dello spazio e ricerca: debutta in Italia la space economy, la nuova economia che guarda al futuro e che nello spazio vede il nuovo ambiente nel quale sviluppare tecnologie inedite che potranno essere utili sulla Terra, a partire da quelle al servizio dell’industria farmaceutica e dell’agricoltura di precisione. Il taglio del nastro c’è stato a Roma, nel New Space Economy Expoforum 2019, organizzato da Fiera di Roma e Space Foundation.

Il saluto in video di AstroLuca

La space economy è appena all’inizio, ma si annuncia già come una grande opportunità per il futuro: in collegamento dalla Stazione Spaziale Internazionale l’astronauta Luca Parmitano ha salutato così il New Space Economy Expoforum 2019. Per l’astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) la space economy passa anche per la Stazione Spaziale, che adesso sta dando i suoi risultati: “erano inimmaginabili soltanto dieci anni fa” e ora è “un esempio autentico di una grande collaborazione internazionale. Sono sorpreso – ha aggiunto – dai risultati incredibili che possiamo raggiungere oggi, grazie alle conoscenze accumulate nei 21 anni di presenza dell’uomo a bordo della Stazione Spaziale, e siamo soltanto all’inizio del nostro viaggio nello spazio”.

In futuro “milioni di città sulla Terra potranno beneficiare delle tecnologie che usiamo ogni giorno qui”, ha detto ancora AstroLuca riferendosi alle tecnologie allo studio sulla stazione orbitale per ridurre l’inquinamento e risparmiare energia. “L’obiettivo è fare della Terra un posto piacevole in cui vivere”. Per questo è importante creare contatti e nuovi network,nuove opportunità a livello nazionale e internazionale e nuove opportunità economiche.

E’ una prospettiva, quella della space economy, che trova il pieno sostegno del mondo politico

Lo spazio è un “settore altamente strategico” e che “sta avendo un impatto importante sulla qualità della vita, con molte applicazioni”, ha rilevato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega per lo spazio, Riccardo Fraccaro. E’ il settore, ha aggiunto, “in cui più di ogni altro dobbiamo riuscire a fare sistema”: stanno nascendo nuove imprese e nuove idee ed è “compito delle istituzioni garantire che questa nuova economia abbia un contesto in cui svilupparsi”.

Per il sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano “l’Italia è uno Space Rider” con un ruolo importante in settori cruciali come osservazione della Terra, trasporto ed esplorazione. Anche per il sottosegretario allo Sviluppo economico Gian Paolo Manzella, l’Italia “è un grande Paese dello spazio come forza imprenditoriale”, con uno sviluppo che sta toccando numerose imprese, dalle start up ai grandi attori. A una strategia per la space economy sta lavorando anche il Comitato intergovernativo per lo spazio, ha detto Niccolò Invidia dell’Intergruppo parlamentare sullo spazio.

Lo spazio un’oppotunità di crescita

Mai come adesso è chiaro che “lo spazio è un vettore economico e di grandi opportunità di crescita per tutti e soprattutto per le generazioni del futuro” ha rilevato il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) Giorgio Saccoccia.

Lo spazio è anche “apertura di nuove frontiere, coraggio, esplorazione, ma sta diventando sempre più economia”, ha rilevato il fisico Roberto Battiston, responsabile della New Space Economy della Fondazione Amaldi e presidente del comitato scientifico del New Space Economy Expoforum 2019. “A che cosa servirà la space economy? Non possiamo prevederlo, ma lo stiamo costruendo”, ha detto.

Non è un caso che a ospitare il primo appuntamento dedicato al dialogo fra industria, ricerca e spazio sia il Lazio che, ha detto l’amministratore unico della Fiera di Roma Pietro Piccinetti, è presente l’intera filiera spaziale in un Paese in cui sono attive oltre 250 aziende impegnate in settori legati all’aerospazio.

La via europea per la space economy

L’Europa non deve inseguire gli Stati Uniti, ma cercare il suo modello per realizzare la space economy: é la strada proposta dal direttore generale dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa), Jan Woerner. “Riduzione dei costi, commercializzazione, innovazione radicale, agilità e flessibilità” devono essere, per Woerner, i requisiti alla base del nuovo uso dello spazio da parte di una nuova imprenditoria.

“Anche l’Esa – ha aggiunto – dovrà cambiare i suoi parametri” e le possibili strade per raggiungere questo obiettivo sono quattro: finanziamenti destinati a ricerca e sviluppo, partneship pubblico-privato, proporsi come clienti dell’industria, ad esempio nei nuovi servizi relativi ai detriti spaziali, e infine proporsi come broker, combinando risultati e know-how forniti da aziende diverse ai fini di un unico progetto; la quarta strada è infine quella di essere un facilitatore al servizio dei Paesi membri.

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