Sembra il sottofondo musicale di un film di fantascienza: è il respiro del Sole, catturato per la prima volta dalla sonda Parker della Nasa, che ha registrato l’audio del vento solare, un getto di particelle cariche, perlopiù protoni ed elettroni, espulse a velocità supersoniche. Ne dà notizia l’agenzia spaziale americana.
Le onde di plasma, fatte particelle elettricamente cariche, si spostano da una frequenza all’altra, muovendosi nel vento solare come un surfista sulle onde. “Questi spostamenti creano dei cinguettii con un suono simile a quello di raffiche di vento su un microfono, più intensi nei pressi del Sole che vicino alla Terra”, osservano gli esperti della Nasa.
Il vento solare è emesso dalla regione superficiale del Sole, la corona, ed è in grado di influenzare la vita sulla Terra e nello spazio. Gli astronomi lo studiano da più di 60 anni, ma sono ancora sorpresi da alcuni suoi comportamenti. Per esempio, perché acceleri appena emesso dal Sole, o sembri avere un motore interno che lo riscalda.
“Abbiamo studiato il vento solare appena prodotto dalla nostra stella e abbiamo notato che è diverso da quello che vediamo vicino alla Terra”, ha spiegato Nour Raouafi, del Laboratorio di Fisica Applicata della Johns Hopkins americana, uno dei responsabili della missione Parker.
Nel corso delle prossime 21 orbite della sonda intorno al Sole, gli scienziati potranno studiare meglio il respiro solare. Nelle scorse settimane la sonda ha stabilito il record di minima distanza dal Sole e massima velocità, nel corso del suo quarto passaggio ravvicinato davanti al Sole. Parker è, infatti, sfrecciata a poco più di 393.000 chilometri l’ora a una distanza di poco più di 18,6 milioni di chilometri dal Sole.