Li usiamo da mesi, e per questo crediamo di saperli indossare alla perfezione. Li sopportiamo sempre meno, a causa del caldo in aumento. E spesso finiamo per maneggiarli maldestramente, distratti dal telefonino o spinti dalla voglia di risparmiare. E’ così che mascherine, guanti e visiere vengono usati sempre più spesso in maniera scorretta, rischiando di favorire anziché evitare il contagio nella fase 2 della riapertura.
“Ormai i dispositivi di protezione individuale non rappresentano più una novità a cui prestiamo attenzione nell’uso quotidiano: questa consuetudine ci ha instillato un falso senso di sicurezza“, spiega Michele Riva, medico del lavoro e ricercatore all’Università di Milano-Bicocca. “A questo dobbiamo poi aggiungere il caldo stagionale, che ci fa tollerare sempre meno l’indosso dei dispositivi, e poi certe abitudini scorrette, come quella di parlare al telefono con la mascherina a penzoloni e il viso scoperto a contatto con lo smartphone potenzialmente infetto”.
Se usata correttamente, “la mascherina chirurgica può ridurre fino a un quinto il rischio di contagio, ma deve essere integra, non usurata e non bagnata”, spiega Carlo Perno, docente di microbiologia e virologia all’Università Statale di Milano. “Quando la si indossa bisogna coprire bene naso e bocca: gli uomini, in particolare, dovrebbero evitare la barba lunga, che impedisce una buona aderenza al volto”. Una volta tolta, la mascherina può essere riusata se ancora in buone condizioni: basta metterla a prendere aria, “evitando però di appenderla all’attaccapanni vicino ad altri indumenti e non appoggiandola a diretto contatto col tavolo di lavoro se condiviso con altri colleghi e non sanificato”, precisa Riva.
Per parrucchieri, estetisti e massaggiatori, che lavorano a stretto contatto con il cliente, è importante indossare non solo la mascherina ma anche la visiera, che funge da barriera meccanica contro le goccioline di saliva. A fine giornata il dispositivo va maneggiato con cura, toccando la banda che lo fissa alla testa e non la visiera contaminata, che andrà pulita “con acqua e sapone o alcol denaturato”, spiega Perno.
Infine il capitolo guanti: “se usati in maniera scorretta possono addirittura favorire il contagio”, sottolinea il virologo. “Quando li indossiamo non dobbiamo toccarci il volto e gli occhi, perché possono veicolare il virus. Meglio cambiarli spesso, ma se non è possibile allora è meglio farne a meno: è più sicuro stare a mani nude, a patto di lavarle bene e frequentemente con acqua e sapone o gel igienizzate”.