
Serve un coordinamento sovranazionale per armonizzare le condizioni d’uso dell’app per il tracciamento dei contagi da nuovo coronavirus: lo chiedono in una lettera pubblicata sulla rivista Nature gli esperti di etica digitale dell’Università di Oxford Jessica Morley, Josh Cowls, Mariarosaria Taddeo e Luciano Floridi.
Oltre alla privacy, scrivono i ricercatori, la raccolta di dati personali sensibili deve considerare aspetti etici fondamentali come l’uguaglianza e l’equità. Questo significa che l’app
Certamente, osservano i ricercatori, l’urgenza dell’app ha imposto di lavorare con molta fretta, e per questo è opportuno che vengano chiamati supervisori, come è accaduto in Francia, Italia e Gran Bretagna. Sono almeno quattro, secondo gli esperti, i principi da rispettare: l’app deve essere uno strumento necessario, proporzionale, scientificamente valido e limitato nel tempo e propongono 16 domande chiave alle quali devono rispondere gli sviluppatori. “Il tracciamento dei contatti con l’app è eticamente giustificabile?” è uno dei quesiti, insieme alle domande che indagano se l’adesione è volontaria, se i dati sono riservati o se viene utilizzata solo per a scopo di prevenzione.
L’utilizzo di questo strumento dovrà essere assolutamente corretto perché, osservano gli autori della lettera, “i governi potrebbero non avere una seconda possibilità” e “il fallimento ora potrebbe compromettere la fiducia del pubblico in futuro”.