La Belle Epoque, gli anni ’20 del ‘900 e i primi anni 2000 sono stati i periodi più felici degli ultimi due secoli, ma in Italia c’è stato un lento e costante declino negli anni del fascismo e un drastico calo della felicità negli anni successivi alla crisi economica del 2007. Lo indica la ricerca che ha fotografato due secoli di felicità combinando informazioni di libri e giornali dal 1820 ad oggi. Pubblicato sulla rivista Nature Human Behaviour, il risultato si deve ai ricercatori coordinati da Thomas Hills, dell’università britannica di Warwick. Vi ha partecipato l’economista italiano Eugenio Proto, dell’Università di Glasgow.
“Il nostro è il primo studio di questo tipo ed è un importante primo passo per comprendere la soddisfazione delle persone nel passato”, ha detto Pronto all’ANSA. “Abbiamo fornito uno strumento – ha aggiunto – e adesso tocca gli storici e sociologi interpretarlo, per collegare il benessere soggettivo con i fatti accaduti in quei periodi analizzati”.
Il benessere delle singole persone è sempre più al centro dell’attenzione di governi e organizzazioni internazionali perché è collegato a minori problemi di salute e una maggiore produttività; in quest’ottica conoscere la storia dell’umore nazionale “aiuta i governi a progettare le politiche per il benessere”.
Per misurare l’umore delle persone negli ultimi due secoli, i ricercatori hanno messo a punto una tecnica basata sull’analisi del linguaggio utilizzato in libri e giornali pubblicati negli ultimi 200 anni e disponibili su Google Books e in particolare hanno analizzato la frequenza delle parole collegate alla positività. Lo studio si è concentrato su Stati Uniti, Germania, Regno Unito e Italia; in generale mostra che longevità e aumento del Pil fanno crescere la felicità delle persone, mentre la a rendere infelici sono crisi economiche, disoccupazione e guerre, come testimonia il precipitoso crollo generale della felicità durante la Prima Guerra Mondiale