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Fusione, in Europa i reattori saranno realtà entro il 2060

L’Europa scommette sulla fusione nucleare come fonte di energia pulita e potenzialmente illimitata: entro il 2060 dovrebbero diventare realtà i primi reattori commerciali capaci di produrre e vendere elettricità al pubblico, secondo la roadmap del consorzio europeo EUROfusion illustrata dal presidente della sua assemblea generale, Ambrogio Fasoli, in occasione di un incontro aperto alla cittadinanza organizzato all’Università di Milano-Bicocca a margine della conferenza sulla fisica del plasma della Società europea di fisica (EPS 2019).

“Attraverso questi incontri vogliamo innanzitutto informare i cittadini, che spesso non sanno cosa sia la fusione e ne sono spaventati perché la confondono con la fissione che produce scorie radioattive”, afferma Fasoli. “Oltre a presentare i nostri progetti, però, vogliamo anche sentire le idee e le perplessità che vengono dalla comunità e dagli esperti, per migliorare il nostro programma”.

La prima fase è già cominciata, con la costruzione in Francia del reattore Iter che dovrà dimostrare la possibilità di riprodurre sulla Terra le reazioni di fusione nucleare che avvengono nel cuore delle stelle: “l’opera è completata al 65%, siamo a buon punto”, sottolinea Fasoli. “L’inizio degli esperimenti è previsto nel 2025, mentre la prima dimostrazione completa di potenza sarà nel 2035”.

In attesa dei risultati, “stiamo già lavorando alla fase successiva, ovvero la progettazione del dimostratore tecnologico Demo“, che dovrà aprire la strada alla messa in opera dei reattori commerciali veri e propri. “Stiamo facendo ricerca e sviluppo per capire i materiali e le configurazioni più adatti a resistere ai flussi di calore, plasma e radiazione che saranno più estremi rispetto a Iter”, spiega Fasoli, che insegna fisica al Politecnico federale di Losanna (Epfl). “La costruzione di Demo dovrebbe partire nel 2030, anche se bisogna ancora stabilire dove sarà realizzato”.

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