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Il Dna racconta 40 anni di invasione della zanzara tigre

Grazie al Dna è stata ricostruita la storia dell’invasione della zanzara tigre, la Aedes albopictus che negli ultimi 40 anni è arrivata in tutti i continenti, in una delle invasioni animali più efficienti mai registrate, favorita dal trasporto di uova attraverso il commercio di pneumatici usati. Il risultato, che parla italiano, ha tracciato in particolare l’invasione attraverso Albania, Italia e Grecia. La ricerca, pubblicata sulla rivista PLOS Neglected Tropical Diseases, è stata coordinata da Alessandra della Torre, dell’università Sapienza di Roma, e Adalgisa Caccone, dell’università americana di Yale.

La zanzara Aedes albopictus, che è un vettore per malattie virali come dengue, chikungunya e zika, è originaria del sud-est asiatico. La sua presenza fuori da quest’area è stata segnalata la prima volta nel 1979 in Albania, e da allora si è diffusa in Europa, Stati Uniti, America Latina e Africa.

Per mapparne la diffusione, i ricercatori hanno analizzato il Dna di 70 zanzare “provenienti soprattutto da varie regioni italiane, ma anche da Grecia e Albania”, hanno detto all’ANSA della Torre e Verena Pichler della Sapienza. Le sequenze ottenute, hanno aggiunto “sono poi state confrontate con sequenze di zanzare raccolte in tutto il mondo e già disponibili all’Università di Yale”.

Questo confronto ha permesso di stabilire somiglianze e differenze genetiche e dunque la probabile origine della diffusione. Per quanto riguarda il Mediterraneo, “sembra che l’invasione abbia origine da più invasioni indipendenti”, hanno detto le esperte. I risultati suggeriscono che “in Albania, la colonizzazione sia cominciata con popolazioni provenienti probabilmente dalla Cina, e che la Grecia sia stata colonizzata molto più recentemente, negli anni 2000, da popolazioni del Sudest asiatico”.

L’Italia, che è stata colonizzata dalla zanzara a partire dagli anni ’90, ha spiegato della Torre, “mostra una storia più complessa, che suggerisce invasioni multiple e ricorrenti da parte di popolazioni provenienti dagli Stati Uniti (invasi in precedenza da zanzare provenienti dal Giappone), dall’Albania e in minor modo dal Sud-Est asiatico”.

Questa dinamica di espansione combacia con le rotte del mercato degli pneumatici usati, nei quali si deposita l’acqua che attrae le zanzare in cerca di un luogo per depositare le uova e conferma il ruolo importante di quest’attività umana nella diffusione della zanzara. Questo, ha rilevato l’esperta, “mette in luce la necessità di maggiori controlli nei porti, per esaminare e disinfestare i container che trasportano i copertoni ed evitare l’ingresso di ulteriori popolazioni”.

Lo studio ha anche confermato che, su brevi distanze, la zanzara tigre si sposta ‘viaggiando’ in auto, e questo può accelerare la diffusione dell’insetto. Questo mezzo di trasporto, secondo una ricerca precedente del gruppo della Sapienza coordinato da della Torre, ha causato in Italia, nel 2017, la diffusione dell’epidemia della malattia di Chikungunya, con le zanzare vettori del virus che dal Lazio sono arrivate in altre regioni.

Inoltre, la presenza in Italia di popolazioni di zanzare Aedes albopictus provenienti da zone diverse favorisce la capacità di adattamento della specie, anche attraverso l’introduzione di varianti genetiche che conferiscono resistenza agli insetticidi.

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