Un fegato su chip indica se un farmaco è tossico e riduce la necessità della sperimentazione animale. Ottenuto con cellule del fegato umano, è descritto sulla rivista Science Translational Medicine dall’americano Wyss Institute. “Questa è una pietra miliare importante nello sforzo di migliorare il processo di sviluppo dei farmaci”, ha rilevato Geraldine Hamilton, primo autore della ricerca e presidente di Emulate, la società del Wyss Institute nata per commercializzare gli organi su chip.
L’istituto infatti ha già sviluppato molti organi su chip, tra cui polmone, intestino, cervello, che sta cominciando a mettere sul mercato per la sperimentazione di farmaci. Il fegato su chip è stato ottenuto con quattro diversi tipi di cellule del fegato umano, ma i ricercatori hanno sviluppato anche altre due versioni con cellule del fegato di ratti e cani.
Delle dimensioni di una chiavetta Usb, l’organo su chip è stato sviluppato con un materiale plastico flessibile nel quale sono disposti in parallelo canali rivestiti di cellule che riproducono il tessuto del fegato. Per verificarne la funzionalità, i ricercatori hanno esposto le tre versioni di fegato su chip a un composto tossico per il fegato umano, osservando che nella versione di fegato su chip di cane e ratto i livelli di tossicità registrati erano più bassi rispetto a quelli registrati nella versione ottenuta con cellule umane.
Anche quando sono state sperimentate diverse molecole candidate a farmaco, si sono osservate risposte differenti nella versione umana e in quelle animali. Questo è importante perché i farmaci che entrano nelle sperimentazioni sull’uomo vengono prima testati sugli animali per verificarne la sicurezza e il risultato indica come questa piattaforma possa aiutare a identificare le terapie sicure ed efficaci già nelle prime fasi di sviluppo.