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Il fratello ‘nascosto’ della Terra, distante 300 anni luce

Era rimasto nascosto tra i dati raccolti dal cacciatore di pianeti della Nasa Kepler, in pensione dal 2018: è un pianeta alieno potenzialmente abitabile, il più simile alla Terra come dimensioni e temperatura tra quelli scovati da Kepler. È quanto emerge dallo studio pubblicato sulla rivista The Astrophysical Journal Letters dal gruppo dell’Università del Texas a Austin coordinato da Andrew Vanderburg.


Rappresentazione artistica del pianeta Kepler-1649c in orbita intorno alla sua stella (fonte: NASA/Ames Research Center/Daniel Rutter)

Scovato grazie a un nuovo programma per l’analisi dei dati, il pianeta si chiama Kepler-1649c, è roccioso e si trova a circa 300 anni luce dalla Terra, in orbita intorno a una nana rossa, il tipo di stella più diffuso nell’universo. Probabilmente parte di un sistema planetario formato da altri due mondi, si trova in uno spicchio di spazio che i planetologi chiamano zona abitabile, cioè alla giusta distanza dalla stella madre, né troppo vicina né troppo lontana, ma tale da consentire l’esistenza di acqua allo stato liquido. Condizione necessaria perché possa potenzialmente svilupparsi la vita.

Grande come la Terra, il raggio di Kepler-1649c è appena 1,06 volte quello del nostro pianeta. Orbita così vicino alla sua stella che un anno su questo mondo alieno equivale a 19 giorni e mezzo terrestri. Inoltre, la quantità di luce che il pianeta riceve dalla propria stella è il 75% di quella che la Terra riceve dal Sole. Gli astrobiologi pensano, quindi, che la sua temperatura sia simile a quella del nostro pianeta. Ma sottolineano che ci vorranno molti più dati per capire se è davvero candidato a ospitare la vita così come la conosciamo.


Confronto fra ledimensioni dellla Terra e del pianeta Kepler-1649c (fonte: NASA/Ames Research Center/Daniel Rutter)

Per Thomas Zurbuchen, uno degli amministratori della Nasa, “la scoperta di questo pianeta ci dà speranza sulla possibile esistenza di una seconda Terra tra le stelle, ancora in attesa di essere trovata. Anno dopo anno infatti – conclude l’esperto – stiamo affinando la nostra capacità di cercare pianeti promettenti”.

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