Costruito in laboratorio il primo enzima artificiale a partire da due elementi non biologici. Il risultato è il primo passo verso future applicazioni verso una chimica più efficiente e rispettosa dell’ambiente. Pubblicato sulla rivista Nature Catalysis dal gruppo dell’Università olandese di Groninga coordinato dal biochimico Gerard Roelfes, è anche un passo in avanti della biologia sintetica, la disciplina che interpreta la vita e il Dna come pura informazione.
Il punto di partenza per ottenere l’enzima è stata la proteina di un batterio, il fattore di trascrizione LmrR, combinato con componenti non biologiche, come un aminoacido normalmente non presente nelle cellule e un componente del rame. Questi ingredienti sono stati organizzati per costruire il cuore dell’enzima, il cosiddetto sito attivo grazie al quale gli enzimi riescono a rendere più veloci le reazioni all’interno delle cellule, operando in condizioni ambientali ad esempio di temperatura e pressione, non estreme e compatibili quindi con la vita.
“Queste caratteristiche – spiega Roelfes – rendono gli enzimi artificiali ottimi candidati per l’impiego in chimica industriale, dove in genere si devono adoperare temperature elevate e solventi tossici. Al momento – aggiunge l’esperto – l’enzima non è ancora abbastanza veloce per impieghi pratici”. Ma con i progressi della biologia sintetica, conclude il chimico, “sarà possibile migliorarne l’attività e disegnare molti altri nuovi enzimi”.