È allarme rosso per il puma in California: le due isolate popolazioni rimaste nella parte meridionale rischiano l’estinzione in tempi molto brevi, forse entro 50 anni. Lo sostiene una ricerca pubblicata sulla rivista Ecological Applications e guidata dall’Università del Nebraska, che però trova anche una possibile soluzione: questi predatori potrebbero salvarsi grazie a piccole modifiche nell’ambiente pesantemente urbanizzato in cui vivono, che consentano un maggiore collegamento tra le varie aree e la possibilità di attraversare indenni le autostrade.
I ricercatori guidati da John Benson hanno evidenziato le fonti principali di pericolo per le due popolazioni di puma, noti anche come leoni di montagna: la bassa diversità genetica, dovuta ai frequenti accoppiamenti tra membri dello stesso gruppo resi necessari dall’isolamento, e gli alti tassi di mortalità causati da esseri umani, incendi, scarsità di prede e anche collisioni con i veicoli. A questo si aggiunge il fatto i puma vivono ormai in un habitat altamente urbanizzato e isolato dalle autostrade.
“Nonostante tutto, il nostro studio contiene anche un messaggio più ottimista”, spiega Benson: “le nostre previsioni indicano che salvare i puma è possibile, aumentando in misura relativamente modesta i collegamenti tra gli habitat”. A questo proposito, si stanno già mettendo in atto alcune contromisure: “Ci sono già collaborazioni in corso con gli ingegneri responsabili delle autostrade”, dice Winston Vickers dell’Università della California a Davis, uno degli autori dello studio, “per migliorare o costruire nuove strutture per l’attraversamento degli animali selvatici e quindi ampliare il raggio di movimento dei puma”.