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Il Tour virtuale dell’Osservatorio astronomico di Brera

 

Un tour virtuale Osservatorio astronomico di Brera a Milano. E’ l’iniziativa promossa per celebrare la ricorrenza della nascita di Giovanni Virginio Schiaparelli. 185 anni fa, precisamente il 14 marzo 1835, nasceva il celebre astronomo che ha dato vita alla planetologia moderna, accendendo il sogno dell’esplorazione di Marte. 

Originario di Savigliano (Cuneo), Schiaparelli era figlio di “fornaciai di mattoni e di tegole”, umili ma consapevoli dell’importanza di una buona istruzione. Dopo gli studi al Politecnico di Torino in ingegneria idraulica e architettura civile, nel 1857 Schiaparelli partì per approfondire le sue ricerche presso due dei centri astronomici più importanti del tempo: l’Osservatorio Reale di Berlino e l’Osservatorio di Pulkovo a San Pietroburgo, dove nel 1859 lo raggiunse la notizia della sua nomina a professore e secondo astronomo dell’Osservatorio di Brera.

In quegli anni la Specola di Brera versava in uno stato di profonda crisi, ma Schiaparelli si diede subito da fare. Nel 1861 scoprì un asteroide che chiamò Esperia, riferendosi al nome con cui gli antichi greci indicavano l’Italia proprio per alludere e onorare l’Unità appena raggiunta. Nel 1862, appena nominato direttore, chiese al governo un finanziamento per l’acquisto del telescopio Merz da otto pollici d’apertura. Nell’attesa scoprì per primo che le stelle cadenti sono detriti di comete in disfacimento, che periodicamente vengono attraversati dalla Terra durante il suo cammino lungo l’orbita: dimostrò che le Perseidi di agosto sono figlie della cometa Swift-Tuttle, e che le Leonidi di novembre derivano dalla Temple-Tuttle, conquistando una fama internazionale.

La vera svolta arrivò con il nuovo telescopio, che entrò in funzione nella cupola dell’Osservatorio nel 1875. Schiaparelli lo puntò al cielo per approfondire i suoi studi su asteroidi, comete e stelle doppie e così fece per molti mesi, fino a una turbolenta notte di agosto. Dopo aver osservato le fasi di un’eclissi totale di Luna, l’astronomo dovette constatare che il meteo avverso non permetteva l’osservazione delle stelle doppie, così puntò il telescopio su Marte. Sul suo taccuino, gli infiniti calcoli si interrompono improvvisamente e si legge: “Giovedì 23 agosto 1877 21 h 43 m: Marte giallo si vede bene calotta australe”.

Schiaparelli fu il primo a studiare la topografia di Marte applicando la metodologia usata per le carte terrestri, con un sistema di paralleli e meridiani in cui inquadrare le osservazioni. È così che hanno preso forma le mappe più belle e dettagliate del tempo, senza le quali oggi probabilmente non parleremo dell’esplorazione di Marte.

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