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In una galassia lampeggiante i segreti dei buchi neri

Mai vista così luminosa: per questo la galassia ‘lampeggiante’ Ngc 2992 è stata osservata attentamente per un anno intero, fino a diventare un laboratorio unico per studiare i buchi neri supermassivi come quello che si nasconde nel suo cuore con una massa pari a 30 milioni di volte quella del Sole. Lo dimostra lo studio pubblicato sulla rivista Monthly Notices of the Royal Astronomical Society da un gruppo guidato Agenzia spaziale italiana (Asi) e Istituto nazionale di astrofisica (Inaf) .

“Grazie a un monitoraggio svolto con il satellite della Nasa Swift ogni due giorni per tutto il 2019, siamo stati in grado di intercettare la galassia nel massimo della sua emissione in banda X”, spiega Andrea Marinucci, ricercatore dell’Asi e primo autore dello studio. “Il 7 maggio 2019 anche il satellite Xmm-Newton dell’Agenzia Spaziale Europea e il satellite NuStar della Nasa hanno quindi puntato i loro occhi su Ngc 2992, per circa quattro giorni di seguito”.

Durante questo periodo, osserva, “abbiamo trovato dei lampi ripetuti, della durata di circa 90 minuti ciascuno”, racconta Stefano Bianchi, professore associato del Dipartimento di Matematica e Fisica dell’Università degli Studi Roma Tre. “Dall’analisi degli spettri della sorgente in questi intervalli di tempo siamo stati in grado di misurare con estrema precisione gli effetti dovuti al forte campo gravitazionale centrale e di stimare la regione del disco di accrescimento attorno al buco da cui provengono questi bagliori” e dove il gas si distribuisce prima di finire inghiottito.

In questo modo i ricercatori hanno stimato che “la massa del buco nero al centro di Ngc 2992 è di 30 milioni di masse solari”, aggiunge Emanuele Nardini, ricercatore del Dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Università di Firenze. “Le distanze tra le regioni del disco di accrescimento da cui provengono questi lampi in banda X e il buco nero centrale sono confrontabili con quelle di Giove e Saturno dal Sole”.

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