Dal buio cosmico emergono 300.000 galassie finora ignote, grazie al radiotelescopio europeo Lofar (Low Frequency Array), la più estesa rete al mondo per le osservazioni radio in bassa frequenza. I dati della nuova mappa, la cui quantità equivale a quella che può essere contenuta in 10 milioni di Dvd, sono pubblicati in 25 articoli su un numero speciale della rivista Astronomy & Astrophysics, da oltre 200 radioastronomi provenienti da 18 Paesi, tra i quali i ricercatori italiani dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e dell’Università di Bologna.
I dati del radiotelescopio Lofar, sviluppato dall’Istituto olandese per la radioastronomia Astron, spaziano dalla fisica dei buchi neri allo studio dell’evoluzione degli ammassi di galassie, raggruppamenti di centinaia di migliaia di galassie circondate da un gas a temperature di milioni di gradi. Secondo i ricercatori “queste osservazioni cambiano le nostre teorie su come le galassie nascano e si sviluppino.
Lofar ha infatti registrato onde radio emesse miliardi di anni fa, quando il Sole e la Terra ancora non esistevano”. Il radiotelescopio Lofar, un network di 25.000 antenne riunite in 51 stazioni di 7 Stati europei, ha scandagliato un quarto del cielo dell’emisfero Nord e in questo modo ha permesso, ad esempio, di osservare getti di materiale in tutte le galassie più massicce, segno della presenza di giganteschi buchi neri che non smettono mai di divorare ogni cosa capiti loro a tiro, grazie al loro irresistibile abbraccio gravitazionale. L’obiettivo del gruppo di Lofar è adesso ottenere immagini ad alta risoluzione dell’intero cielo del Nord, che nasconderebbe 15 milioni di sorgenti radio ancora ignote.