MILANO – I mini-organi umani riprodotti in provetta entrano nell’era 2.0: grazie a chip, stampanti 3D e intelligenza artificiale, metteranno il turbo alla rivoluzione della medicina di precisione, che punta a realizzare terapie sempre più mirate e personalizzate in base al profilo molecolare del singolo paziente.
Un futuro da fantascienza che si prepara a diventare realtà presso il nuovo Centro di ricerca coordinata sulla biologia degli organoidi (Human organoid models integrative center, Homic) dell’Università Statale di Milano, che apre i battenti presso la Fondazione Istituto Nazionale di Genetica Molecolare (Ingm) ‘Romeo ed Enrica Invernizzi’.
Il Centro, dove lavoreranno una ventina tra ricercatori e tecnici, ha il suo ‘cuore’ nel laboratorio dove vengono coltivati gli organoidi, strutture multicellulari in 3D che ricapitolano l’architettura dei tessuti umani permettendo di studiare i meccanismi delle malattie e la loro reazione ai farmaci. Prodotti a partire da cellule staminali ottenute dal singolo paziente, vengono poi caratterizzati da un punto di vista biomolecolare e perfino modificati, in modo da studiare tumori, malattie autoimmuni e del sistema nervoso centrale.
“La prossima sfida – spiega Massimiliano Pagani, coordinatore del Centro Homic – sarà quella di perfezionare la ‘ricetta’ per ottenere organoidi sempre più grandi, complessi e simili agli organi originali: per questo useremo nuovi materiali e tecnologie come le stampanti 3D”.