Messa a punto la più grande banca dati sulla temperatura della superficie degli oceani misurata dai satelliti: contiene miliardi di misure fatte in 37 anni dallo spazio e ‘certifica’ che le misure fatte in questo arco di tempo sono affidabili per misurare il trend di riscaldamento della superficie degli oceani. Il risultato, pubblicato sulla rivista Nature Scientific Data, si deve al gruppo dell’università britannica di Reading coordinato da Christopher Merchant, che lavora nell’ambito dell’Iniziativa Cambiamenti climatici dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa).
“I ricercatori hanno ‘certificato’ la stabilità di queste misure, ciò significa che queste misure fatte dagli anni ’80 a oggi sono affidabili per vedere come si sta riscaldando il pianeta” dice all’ANSA l’oceanografo Giorgio Budillon, direttore del Dipartimento di Scienze e Tecnologie dell’università Parthenope di Napoli. Questi dati, raccolti dal 1981 al 2018 dai satelliti e ora disponibili online, secondo l’Esa, saranno cruciali “per sviluppare “modelli utili a prevedere come gli oceani influenzeranno i futuri cambiamenti climatici”.
Le variazioni della temperature della superficie degli oceani (fonte: ESA)
Gli scambi di calore e vapore acqueo tra oceano e atmosfera influenzano, per esempio, la generazione e l’intensità degli uragani e possono anche modificare gli schemi meteorologici regionali, causando gravi eventi di siccità e inondazioni. Utilizzando i dati dei radiometri satellitari, che fungono da “termometri”, i ricercatori hanno generato misure relative alla temperatura della superficie degli oceani per quasi quattro decenni. Le osservazioni sono estremamente stabili nel tempo e ciò significa, ha detto Merchant, che una misura raccolta nel 1981 può essere confrontata con sicurezza con i dati raccolti 37 anni dopo.
“L’analisi statistica sui dati – spiega all’ANSA l’oceanografo a Pierpaolo Falco dell’Università Parthenope – evidenzia che le temperature misurate oltre 30 anni fa e quelle di oggi sono confrontabili, ma non nel senso che sono simili in valore, sono confrontabili dal punto di vista statistico, ovvero sono praticamente affidabili allo stesso modo, ciò significa che il gap tecnologico tra oggi e oltre trent’anni fa non inficia le misure e la loro significatività”.