Pronta la prima mappa della superficie di una pulsar, una stella di neutroni che ruota vorticosamente su se stessa, emettendo radiazione a intervalli regolari, come un faro cosmico. L’ha ottenuta il telescopio a raggi X Nicer (Neutron star Interior Composition Explorer) della Nasa, che si trova all’esterno della Stazione Spaziale Internazionale (Iss). La mappa, pubblicata in una serie di studi sulla rivista The Astrophysical Journal Letters, è stata ottenuta da due gruppi di astrofisici: il primo dell’Università olandese di Amsterdam, coordinato da Anna Watts, e il secondo delle Università americane del Maryland e dell’Illinois, coordinato da Cole Miller.
L’animazione rappresenta una pulsar mentre ruota su se stessa e le linee del suo campo magnetico (fonte: NASA’s Goddard Space Flight Center)
I ricercatori hanno studiato in particolare la pulsar J0030, che ruota 205 volte al secondo ed è distante circa 1.100 anni luce dalla Terra, nella costellazione dei Pesci. Grazie ai dati raccolti da Nicer tra luglio 2017 e dicembre 2018 e con l’aiuto di simulazioni al computer, è stato possibile misurare con una precisione senza precedenti le dimensioni della pulsar, che ha un diametro di 26 chilometri, e la sua massa, quasi una volta e mezza quella del Sole. E’ stato inoltre dimostrato che sulla superficie della pulsar ci sono regioni più calde legate al campo magnetico stellare, che appaiono come macchie.
Forma e numero delle macchie cambia a seconda dell’attività del campo magnetico, ma tutte, contrariamente alle attese, sono concentrate nel Polo Sud. Il gruppo olandese ha osservato una macchia circolare e una seconda a forma di luna crescente; il gruppo americano ha invece individuato tre macchie: una circolare in corrispondenza del polo Sud e due ovoidali intorno.
Secondo gli esperti le ragioni del fenomeno “non sono ancora chiare, a riprova che il campo magnetico di una pulsar è molto più complicato di quanto si immaginasse”.
Le stelle di neutroni sono tra gli oggetti più densi del cosmo, al punto che un cucchiaino della loro materia ha una massa pari a circa un miliardo di tonnellate, quasi quanto 170 milioni di elefanti. “Questi studi – concludono gli autori della ricerca – potranno aiutarci a capire il comportamento della materia in condizioni di densità e pressione, come quelle delle pulsar, che non si possono replicare nei laboratori terrestri”.