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La prima nave rompighiaccio italiana

L’Italia ha la sua prima nave oceanografica rompighiaccio. Sarà utilizzata, ad esempio, nel progetto internazionale ‘Seabed 2030’, per la mappatura 3D dei fondali oceanici entro il 2.030. “La nave si chiamerà Laura Bassi, la prima donna al mondo a ottenere una cattedra universitaria”, ha annunciato il ministro per l’Istruzione, Università e Ricerca (Miur), Marco Bussetti, intervenendo all’edizione 2019 della Conferenza degli Addetti Scientifici, dedicata alle tecnologie italiane innovative per il mare, organizzata alla Farnesina.

Presenti all’incontro il ministro degli AffarißEsteri e della Cooperazione Internazionale (Maeci), Enzo Moavero Milanesi, il presidente della consulta dei presidenti degli Enti Pubblici di Ricerca (Epr) e del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr),ßMassimo Inguscio,ßil vice presidente della Conferenza Rettori Università Italiane (Crui),ßEugenio Gaudio, e i rappresentanti degli enti di ricerca italiani. “L’incontro di oggi – ha spiegato il ministro Moavero Milanesi – è rivolto al ruolo dell’Italia nell’area mediterranea, nell’ambito della strategia dell’Unione Europea sulla cosiddetta crescita blu”, cioè la crescita sostenibile nei settori marino e marittimo.

In questo quadro si inserisce il progetto Seabed 2030. “Un progetto per conoscere l’oceano unico globale, perché in mare tutto è in comunicazione e non esistono frontiere”, ha chiarito all’ANSA, Roberta Ivaldi, docente di Geologia marina dell’ Istituto Idrografico della Marina. “Oggi – ha detto – conosciamo solo il 10% di tutti i fondali oceanici”. Nella mattinata si è svolta inoltre la cerimonia di premiazioneßdi un ricercatore italiano all’estero, Alessio Fasano, gastroenterologo e pediatra all’Harvard Medical School di Boston, e di un fondatore di una start up italiana all’estero, Luca Verre, padre del progetto Prophesee per migliorare l’efficienza dell’analisi di video e immagini.

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