Sembrano corde di chitarra a tutti gli effetti e sono capaci di suonare da sole, ma con la musica hanno molto poco a che vedere. Sono infatti la dimostrazione di una tecnologia che potrà aprire le porte a una nuova generazione di microscopi ed essere utilizzata nella dinamica dei fluidi. La ricerca, pubblicata sulla rivista Nature Physics, è stata condotta dal gruppo dell’Università britannica di Lancaster coordinato da Edward Laird, in collaborazione con l’Università di Oxford.
Le ‘corde’ sono dei nanocircuiti capaci di vibrare senza la necessità di forze esterne, ma con grazie a correnti elettriche, e in questo modo producono ultrasuoni. Per realizzare questi nanodispositivi i ricercatori sono partiti da nanotubi di carbonio all’incirca 100.000 volte più sottili della corda di una chitarra. Li hanno poi fissati alle estremità a supporti metallici e raffreddati a temperature vicine allo zero assoluto, cioè a circa 273 gradi sottozero.
“Come ci aspettavamo che facendo passare una corrente elettrica, la nanocorda ha iniziato a vibrare, proprio come fanno le corde di una chitarra quando sono pizzicate. La sorpresa però – ha detto Laird- c’è stata quando abbiamo tolto la corrente: la struttura ha continuato a oscillare da sola. Queste nanocorde, però, sono molto più sottili di quelle di una chitarra e oscillano a frequenze molto più alte, nel campo degli ultrasuoni. Nessun essere umano – ha concluso – sarebbe, quindi, in grado di udirne i suoni che producono”.