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Le polveri sottili nemiche della fertilità femminile

 

L’inquinamento dell’aria è dannoso per la fertilità femminile: per le donne che vivono in un’area con più polveri sottili, il rischio di avere una bassa riserva ovarica, cioè il numero dei follicoli presenti nelle ovaie, è tre volte maggiore. Lo indica la ricerca italiana coordinata dall’Università di Modena e Reggio Emilia e pubblicata sulla rivista Human Reproduction.

Lo studio, coordinato da Antonio La Marca, docente di Ginecologia, si basa sui dati di 1.318 donne residenti nella provincia di Modena dell’età media di 38 anni, incrociati con quelli della Regione Emilia Romagnarelativi all’esposizione a fattori ambientali, come temperatura, Pm10, Pm2,5 e biossido di azoto tra il 2007 e 2017. Una bassa riserva ovarica è un potenziale fattore di infertilità. “Abbiamo così visto – prosegue – che, indipendentemente dall’età, le donne che vivevano in aree con maggiore esposizione alle polveri sottili avevano un rischio triplo di avere una bassa riserva ovarica”.

L’analisi è stata fatta usando Google Maps per la geolocalizzazione della donna, in modo da vedere la sua esposizione media alle polveri sottili, incrociandola con i risultati dell’analisi dell’ormone antimulleriano (Amh), che viene misurato nel sangue ed è un indicatore della riserva ovarica. Il dato preoccupante è che questo effetto dell’inquinamento dell’aria sulla fertilità femminile è stato osservato in una città ‘pulita’ come Modena, dove i valori di Pm10 e delle altre polveri sottili sono sempre al di sotto dei limiti europei. “Ciò vuol dire – conclude La Marca – che anche in un ambiente pulito c’è un effetto di risposta alla dose di inquinamento a cui si è stati esposti. Quindi maggiore è l’esposizione alle polveri sottili, maggiore sarà il loro effetto sull’organismo”.

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