Lete e Flegetonte, come il fiume dell’oblio e il fiume di fuoco della mitologia greca citati nella Divina Commedia: d’ora in poi si chiameranno così, su proposta di un liceale marchigiano, il pianeta extrasolare HD 102195 b e la sua stella madre HD 102195, assegnati all’Italia per la scelta dei nomi ufficiali dall’iniziativa NameExoWorlds dell’Unione astronomica internazionale (Iau).
Il progetto, lanciato per il centenario dell’organizzazione, ha permesso a 112 Paesi del mondo di battezzare altrettanti sistemi extrasolari, i cui nomi sono stati annunciati in una conferenza stampa a Parigi. All’Italia era toccato in sorte il pianeta gigante gassoso HD 102195 b che, con la sua massa pari alla metà di quella di Giove, orbita in meno di quattro giorni attorno a una stella poco più piccola del Sole, a una distanza di circa 95 anni luce dalla Terra. Sono state centinaia le proposte di nomi avanzate da astronomi, astrofili, scuole o semplici curiosi.
Tre quelle arrivate in finale: Flegetonte-Lete, Aureus-Denarius e Pulcinella-Arlecchino. Tutt’e tre sono state sottoposte al giudizio popolare: in meno di un mese sono arrivati più di duemila voti che hanno consacrato vincitore il duo Lete-Flegetonte proposto Elia Ceci, 18 anni, studente dell’ultimo anno di liceo scientifico a Cupramontana, in provincia di Ancona.
“I due nomi fanno riferimento ai fiumi e a divinità infernali, ripresi poi nella Divina Commedia di Dante”, racconta il giovane al sito dell’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf). “Flegetonte è il fiume di fuoco scelto per la stella in quanto, nell’immaginario comune, esse vengono assimilate a grandi palle di fuoco, mentre Lete è il fiume dell’oblio composto da nebbie scelto per il pianeta in quanto ricorda la sua composizione gassosa”. Per questa intuizione, premiata dal giudizio popolare, Elia vince un viaggio alle Canarie per visitare il Telescopio nazionale Galileo (il più grande telescopio italiano), dove potrà partecipare alle osservazioni notturne.
Se in Italia ha trionfato la mitologia e la letteratura, pure negli altri Paesi non mancano riferimenti a tradizioni, miti e risorse dei territori. Scorrere la lista dei 112 nomi ufficializzati dalla Iau permette davvero di attraversare tutte le culture. All’Irlanda, per esempio, è toccato il pianeta Hat-P-36b in orbita attorno alla stella Hat-P-36, nella costellazione dei Cani da Caccia, ai quali sono andati i nomi di due cani mitologici: Bran per il pianeta e Tuiren per la stella. In Giordania, invece, nomi di antiche città e aree protette nel sud del paese: Wadirum per l’esopianeta Wasp-80b e Petra per la sua stella, nella costellazione dell’Aquila. In Malesia, nomi di pietre preziose (in lingua malese) per l’esopianeta Hd 20868 b (Baiduri) orbitante attorno alla stella Hd 20868 (Intan), nella costellazione della Fornace.
E in Burkina Faso i nuovi nomi per il pianeta Hd 30856 b (Nakambé) e per la sua stella Hd 30856 (Mouhoun) si riferiscono ai grandi fiumi del paese: non a caso, il sistema planetario si trova nella costellazione dell’Eridano (il fiume). Dato che il 2019 è l’Anno internazionale delle lingue indigene, la Iau ha incoraggiato i partecipanti a selezionare anche nomi di etimologia indigena. In Argentina, per esempio, la proposta vincitrice è arrivata da un insegnante e leader della comunità indigena Moqoit: i nuovi nomi per il pianeta Hd 48265 b (Naqaya) e della stella Hd48265 (Nosaxa) significano, rispettivamente, ‘fratello-famiglia-parente’ (in riferimento al fatto che tutti gli umani sono fratelli) e ‘primavera’ (o, letteralmente, anno nuovo) in lingua Moqoit.