Pochissime nubi e per il resto un Paese rovente nel vero senso della parola: da Nord a Sud, la superficie dell’Italia appare arancione e rossa nelle aree più calde, come Sicilia, Sardegna, Puglia e costa tirrenica. Così si presenta l’Italia agli occhi del satellite Sentinel-3 del programma Copernicus, gestito da Commissione Europea e Agenzia Spaziale Europea (Esa), che misura l’energia irradiata dalla superficie terrestre e mostra le temperature del suolo.
La mappa pubblicata dall’Esa sul suo sito è stata si riferisce al 26 giugno. L’ondata di calore, con picchi di oltre 40 gradi prevsti nei prossimi giorni, sta colpendo gran parte d’Europa, per via di un’ondata di calore proveniente dal Nord Africa. I Paesi che più sono sotto la morsa di afa e temperature incandescenti, oltre all’Italia, sono Spagna, Francia, Germania e Polonia.
Rilevare la temperatura al suolo è possibile grazie allo strumento Slstr, realizzato in Italia negli stabilimenti della Leonardo a Campi Bisenzio: è un radiometro in grado di misurare la temperatura superficiale delle acque e della terra con una precisione del decimo di grado da una quota operativa di circa 800 chilometri. La misura viene rilevaa tramite l’analisi della radiazione emessa dalla superficie marina e terrestre in tre bande spettrali nel campo dell’infrarosso.
Lo strumento è inoltre dotato di tre canali di acquisizione nel campo del visibile, che possono essere usati per l’analisi dello stato della vegetazione, e di tre canali nel vicino infrarosso, che hanno come applicazione principale la determinazione della composizione dell’atmosfera sotto al satellite. Infatti, per poter ottenere l’accuratezza richiesta dalla missione, è necessario introdurre delle correzioni ai dati di temperatura che tengano conto della distorsione introdotta dall’atmosfera terrestre, che vista dal satellite agisce come una vera e propria lente.
Oltre ai canali spettrali nominali, SLSTR è anche munito di due canali aggiuntivi ottimizzati per la rilevazione e il monitoraggio degli incendi da satellite. Questa caratteristica è particolarmente utile per consentire la gestione degli incendi in zone forestale scarsamente o per niente abitate, in cui altri metodi di rilevamento e monitoraggio sarebbero estremamente complicati e costosi.