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L’intelligenza artificiale in campo per la fusione nucleare

L’intelligenza artificiale scende in campo per studiare la fusione nucleare. L’iniziativa, del dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti e dell’università di Princeton, tende a studiare un metodo per prevedere le instabilità improvvise del plasma, in modo da prevenirle, evitando interruzioni nel processo di produzione di energia. Pubblicato sulla rivista Nature, il risultato potrebbe accelerare lo sviluppo della produzione di energia dalla fusione nucleare, che è una fonte pulita e virtualmente inesauribile per generare elettricità.

“Questa ricerca apre un promettente nuovo capitolo nello sforzo di produrre energia illimitata sulla Terra”, ha detto Steve Cowley, dell’università di Princeton. Sono diversi i progetti e gli esperimenti che puntano a ottenere la fusione nucleare per produrre energia elettrica e fra i più importantic’è Iter (International Thermonuclear Experimental Reactor) in costruzione a Cadarache, in Francia. Si basa su una macchina chiamata Tokamak, nella quale il plasma incandescente viene isolato dalle pareti del reattore (confinamento) utilizzando intensi campi magnetici.

L’inconveniente di questa tecnologia è che possono verificarsi improvvise instabilità del plasma capaci di compromettere il confinamento, costringendo a fermare la macchina per evitare di danneggiarla. Tuttavia è possibile prevenire il problema a condizione che ci sia un tempo sufficiente di avviso. I ricercatori hanno pensato di ‘arruolare’ l’intelligenza artificiale per tentare l’impresa di prevedere questo fenomeno, addestrando un sistema con i dati forniti da due importanti dimostratori: il DIII-D in California, la più grande struttura degli Stati Uniti, e il Joint European Torus (JET) nel Regno Unito. Il risultato è stato soddifacente e il sistema ha fornito previsioni affidabili.

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