L’intelligenza artificiale ha imparato a riconoscere i baci nei film, a partire da quelli inquadrati in rapidissime sequenze, di circa 10-20 secondi.
Non è una curiosità, ma la prova di principio per poter utilizzare il sistema in tante applicazioni, dalla videosorveglianza, in modo da analizzare velocemente i filmati, alle auto senza pilota, per potenziare le loro videocamere al fine di riconoscere meglio l’ambiente circostante. Il risultato, pubblicato su sito Arxiv e reso noto dalla rivista del Massachusetts Institute of Tecnology (Mit), Technology Review, si deve ad Amir Ziai, che al momento della ricerca era studente all’università americana di Stanford e ora lavora presso Netflix.
Per addestrare un algoritmo di apprendimento automatico, Ziai ha selezionato 100 film nei quali sono presenti scene di baci della lunghezza compresa tra 10 e 20 secondi. Ha quindi estratto immagini e audio per ogni secondo di ogni scena e li ha utilizzati per addestrare il sistema che è stato in grado di identificare le scene con un alto livello di precisione.
Lo studio mostra quanto possano essere avanzati questi sistemi nell’analisi di azioni specifiche nei filmati e questo è molto importante in molti ambiti a partire dalla videosorveglianza, considerando che anche il Dipartimento di Giustizia ha affermato che per l’uomo visionare questi filmati è “noioso e ipnotico” e che l’attenzione svanisce dopo circa 20 minuti.
Tuttavia, l’Aclu (American Civil Liberties Union), l’organizzazione non governativa che difende diritti civili e libertà individuali negli Usa, in un rapporto lancia l’allarme proprio sull’uso dei robot nella videosorveglianza, immaginando scenari da ‘Grande Fratello’. Il rapporto sottolinea che questo è un altro esempio di una situazione in cui i tecnologi dovrebbero pensare alle conseguenze del loro lavoro perché le telecamere di videosorveglianza potenziate dall’intelligenza artificiale potrebbero essere usate per scrutare le routine e le azioni degli individui su una scala enorme.