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L’ultima catastrofe sul monte dell’Arca di Noè

Ci sarebbe un terremoto all’origine della catastrofe naturale che nel 1840 sconvolse la regione turca alle pendici del monte Ararat, il vulcano coperto dai ghiacci dove, secondo la tradizione, si sarebbe incagliata l’arca di Noè dopo il diluvio universale. A ricostruire la dinamica di questo recente ma oscuro episodio è lo studio pubblicato sulla rivista Geomorphology dall’Università Statale di Milano in collaborazione con l’Università di Firenze e l’Università dello Utah.

Lo studio di immagini da satellite del versante nord-est del vulcano evidenzia la presenza di un profondo canyon, chiamato Ahora, descritto anche nei resoconti di viaggio di alcuni esploratori di fine ‘800 e inizio ‘900. Le cronache raccontano in particolare di un disastro avvenuto allo sbocco del canyon nel luglio del 1840, definito da alcuni autori tedeschi come ‘katastrophe diluviale’. Questo diluvio provocò la distruzione di villaggi e centinaia di vittime, ma la sua natura rimase poco chiara.

Per ricostruire l’accaduto, i ricercatori della Statale di Milano hanno esaminato anche i rilievi del terreno effettuati in collaborazione con il Comitato Scientifico Centrale del Club Alpino Italiano. Hanno così scoperto che tutto sarebbe cominciato con un evento sismico connesso a un’eruzione vulcanica laterale, che avrebbe causato la rapida fusione di parte della calotta glaciale del monte Ararat: questa avrebbe generato l’imponente colata di fango e detriti lungo la gola di Ahora che distrusse i villaggi alla base del vulcano.

L’evento portò all’approfondimento della gola e alla costruzione di un enorme cono di detriti alla base del vulcano. I ricercatori hanno messo in evidenza anche la presenza di un ghiacciaio coperto da detriti sul fondovalle che si è sviluppato dopo l’evento del 1840 e che ha rimodellato la morfologia della gola di Ahora.

La ricerca conferma dunque l’importanza del glacialismo quale agente geomorfologico nella regione ed evidenzia la possibilità che simili catastrofi possano ripetersi in futuro, rappresentando un rischio per la popolazione.

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