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Marte, più solidi gli indizi di vita e Mars 2020 è pronta al lancio

 

Conto alla rovescia per il lancio, previsto il 30 luglio, della nuova missione della Nasa diretta al pianeta rosso, Mars 2020, che porterà su Marte il quinto rover americano, Perseverance, e il primo drone elicottero, Ingenuity, mentre sono in viaggio verso il pianeta la sonda degli Emirati Arabi e quella della Cina.

Tutte e tre le missioni hanno l’obiettivo di scoprire i segreti di Marte, compresi quelli dell’eventuale presenza di tracce di vita passata e forse anche presente, i cui indizi si fanno più solidi grazie a una ricerca pubblicata sulla rivista Scientific Reports, dai ricercatori della New York University ad Abu Dhabi coordinati da Dimitra Atri.

La ricerca indica che nel sottosuolo del pianeta, dove si nasconde l’acqua, potrebbero esserci le condizioni per supportare la vita. Combinando simulazioni, dati di missioni passate che hanno identificato l’acqua nel sottosuolo marziano e studi sugli ecosistemi delle grotte sotterranee della Terra, i ricercatori ipotizzano che le radiazioni cosmiche, che possono penetrare diversi metri sotto la superficie, potrebbero innescare reazioni chimiche in grado di fornire energia a eventuali forme di vita.

La conferma potrà arrivare dal rover Perseverance della Nasa. Con un sofisticato pacchetto di strumenti scientifici, un braccio robotico, l’elicottero Ingenuity, che è la prima macchina che tenterà di volare su Marte, 25 telecamere e i primi microfoni per registrare il suono sul pianeta rosso, la missione Mars 2020 della Nasa è la più avanzata mai inviata su un altro pianeta. Il costo complessivo della missione è di di 2,7 miliardi di dollari e il lancio è previsto dalla base di Cape Canaveral, in Florida, con un razzo Atlas 5.

L’arrivo su Marte è previsto nel febbraio 2021, con l’atterraggio nel cratere Jezero, che in passato ha ospitato l’antico delta di un fiume e che è uno dei luoghi marziani che potrebbe avere avuto le condizioni per sostenere la vita.

Perseverance esplorerà il cratere per almeno un anno marziano, ossia l’equivalente di quasi due anni terrestri, analizzando il suolo per cercare tracce di vita o provare che l’antico fiume fosse davvero un ambiente in grado di ospitarla. Raccoglierà inoltre campioni di roccia che una futura missione dovrà portare sulla Terra.

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