Inizia a circolare sul web l’ipotesi di una missione sulla Luna per recuperare le migliaia di minuscoli invertebrati ‘highlander’ (chiamati ‘tardigradi’) che potrebbero essere sopravvissuti allo schianto della sonda israeliana Beresheet lo scorso aprile: a cercare su Twitter potenziali finanziatori per una missione di recupero è la stessa fondazione statunitense Arch Mission che ha imbarcato sulla sonda questi microscopici animaletti, disidratati e sigillati in una resina epossidica che ne dovrebbe impedire il rilascio sul suolo lunare.
La fondazione è infatti nata per creare e mantenere una sorta di copia di back-up della conoscenza dell’umanità, in modo da preservarla e disseminarla nello spazio e nel tempo. A questo scopo, l’organizzazione avrebbe caricato sulla sonda israeliana Beresheet un archivio grande quanto un Dvd contenente 30 milioni di pagine di informazioni sulla storia dell’umanità; oltre a questa ‘libreria lunare’, avrebbe caricato a bordo anche dei campioni di Dna umano, 100 milioni di cellule umane e migliaia di tardigradi.
Questi minuscoli invertebrati sono noti per la loro straordinaria resistenza perfino nelle condizioni più estreme: hanno infatti la capacità di ibernarsi entrando in un lungo sonno da cui poi si risvegliano quando le condizioni ambientali diventano favorevoli. Nel 2007, per esempio, hanno viaggiato nello spazio grazie a un esperimento dell’Agenzia spaziale europea (Esa), dimostrando di poter sopravvivere in condizioni di microgravità e nel vuoto, resistendo alle radiazioni cosmiche e ai drastici cambiamenti di temperatura.
A chi l’accusa di aver contaminato il suolo lunare, Arch Mission ribatte che i tardigradi a bordo di Beresheet “non hanno la possibilità di muoversi o riprodursi sulla Luna. Sono congelati nel tempo. Per essere potenzialmente rianimati dovrebbero essere recuperati, portati in un luogo con un’atmosfera adatta e poi reidratati”. Da qui, l’ultimo tweet dell’organizzazione: “qualcuno vuole finanziare una missione di recupero dei tardigradi?”.