Una proteina abbondante nel sangue dei giovani aiuta a rimanere in salute e, se trasferita in un organismo anziano, aiuta a ritardarne l’invecchiamento: lo indica l’esperimento condotto sui topi e pubblicato sulla rivista Cell Metabolism, condotto nei topi dai ricercatori dell’universita’ di Washington.
Con gli anni la quantita’ di questa proteina – un enzima chiamato eNampt – cala nei topi e negli uomini, di pari passo con l’aumento dei problemi di salute, e ha un ruolo chiave nel processo con cui le cellule producono energia.
Con l’eta’ le cellule diventano sempre meno efficienti nel fabbricare questo ‘carburante’ – chiamato Nad – necessario a mantenere l’organismo in salute. I ricercatori, guidati da Shin-ichiro Imai, hanno visto che, comministrata nei topi anziani, la proteina li auta a vivere più a lungodi circa il 16% restando in buona salute. “Il nostro risultato suggerisce che questa proteina determina quanto viviamo e quanto rimaniamo in salute quando invecchiamo”, osserva Imai.
Il principale centro di controllo dell’invecchiamento e’ l’area del cervello chiamata potalamo, nella quale gioca un ruolo di primo piano la proteina eNampt, rilasciata nel sangue dai tessuti adiposi. L’ipotalamo produce il carburante di cui ha bisogno servendosi di questa proteina, che arriva al cervello attraverso il sangue. Se il livello della proteina si abbassa, l’ipotalamo smette di funzionare bene e la durata della vita si riduce.
I ricercatori hanno infatti visto nei topi che la quantita’ di proteina nel sangue e’ direttamente collegata al numero di giorni vissuti dall’animale: piu’ era alta, piu’ l’animale viveva a lungo. “Non sappiamo se questo legame sia presente anche nell’uomo – conclude – ma sicuramente questa proteina va studiata di piu’ per capire se puo’ essere usata come potenziale biomarcatore dell’invecchiamento”.