Per capire come e perché nascono malattie come il CoViD-19, causato dal nuovo coronavirus SARS-CoV-2, emergenza che ormai ha colpito tutto il mondo, bisogna partire dai virus e vederli non come malattie, ma come organismi che abitano il nostro pianeta e che a livello ecologico svolgono un compito essenziale, regolando le popolazioni delle specie ospiti e garantendone l’equilibrio all’interno dei rispettivi ecosistemi.
In milioni di anni di vita in natura (i primi sono comparsi oltre 3 miliardi di anni fa), un virus si adatta a una o più specie in cui vive, evolvendosi insieme ad essa.
I virus, infatti, non sono in grado di riprodursi autonomamente, bensì necessitano sempre di una cellula ospite, che può essere rappresentata sia da animali sia da piante, funghi, batteri, o archeobatteri. Dato che i virus possiedono alcune, ma non tutte le caratteristiche degli altri esseri viventi, sono stati spesso descritti come “organismi ai margini della vita”. I virus possono distinguersi in virus a DNA o RNA, a seconda del tipo di materiale genetico che contengono e contenere acidi nucleici a doppio o singolo filamento.
I virus a RNA, esattamente come il SARS-CoV-2, sono un gruppo diversificato e importante di virus, tra i quali figurano oltre 158 specie capaci di infettare l’uomo. Esempi di virus a RNA particolarmente pericolosi per l’uomo includono HIV, SARS, Hendra, Nipah e MERS, per citarne alcuni. Questi virus, condivisi principalmente tra i mammiferi – uomo incluso – e talvolta gli uccelli, sono considerati i virus più importanti nella trasmissione di zoonosi a causa della loro capacità di mutare più in fretta, quindi evolversi, adattarsi a nuovi ospiti e sviluppare resistenza ai farmaci. Specialmente quando una cellula viene infettata da virus diversi, questi possono scambiarsi parte del materiale genetico dando origine ad un virus nuovo (shift antigenico).
Ma ciò non avviene per caso: la promiscuità di specie, tipica di molti mercati del sud est asiatico, in cui afferiscono innumerevoli specie selvatiche prelevate in natura, in maniera spesso illegale o non controllata, può favorire tali situazioni, andando quindi ad aumentare la probabilità di comparsa di nuovi virus in grado di infettare specie nuove come l’uomo, creando i presupposti per le sempre più frequenti epidemie.
Guarda il Video del professor Mauro Delogu, virologo responsabile del laboratorio di ecologia dei patogeni, Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie dell’UNIBO, che spiega come i virus possono diventare pandemie:
Come tutti gli organismi sulla Terra, anche i virus cercano di massimizzare la propria sopravvivenza e capacità di riprodursi. Questo punto è cruciale per comprendere come un virus in equilibrio con la specie in cui si è evoluto non le provochi solitamente una letalità eccessiva, dato che la morte dell’ospite significherebbe il più delle volte la morte del virus stesso. Nel momento in cui avviene un cambiamento sostanziale del virus, che diventa così in grado di infettare una nuova specie, questo equilibrio viene meno. Nelle nuove specie ospite è facile che la letalità iniziale sia molto più alta, salvo poi assestarsi su livelli di equilibrio tra il patogeno e la specie ospite. Ma, dato che questo nuovo equilibrio può raggiungersi solo per accumulo di mutazioni casuali nel DNA o RNA del virus, ciò può richiedere tempi relativamente lunghi.