Al via i Piani Straordinari per il reclutamento nelle università statali di oltre duemila tra ricercatori e professori, grazie a due nuovi decreti firmati dal Ministro dell’Università e della Ricerca, Gaetano Manfredi. Complessivamente vengono messi a disposizione 111,5 milioni di euro annui per rinnovare i piani straordinari già avviati nel 2019, con l’obiettivo di sostenere l’accesso dei giovani alla ricerca e promuovere la competitività del sistema universitario italiano a livello internazionale. “Il sistema dell’università italiana rappresenta un’eccellenza, ma è troppo poco dimensionato rispetto alle potenzialità dei nostri ricercatori”, commenta il ministro in una nota.
“Siamo ancora troppo piccoli anche numericamente, per poter competere davvero su scala internazionale. Abbiamo pochi docenti, pochi allievi e ricercatori. Ma tanta competenza e voglia di conoscenza che potrebbero alimentare e sostenere in modo virtuoso anche il sistema industriale italiano in evoluzione. Giusto e doveroso valorizzarle”. Il primo decreto stanzia 96,5 milioni annui a partire dal 2021 per il reclutamento di ricercatori di tipo b) e per il successivo consolidamento delle risorse alla fine del contratto triennale, una volta ottenuta l’abilitazione scientifica nazionale, nella posizione di professore di seconda fascia.
I posti finanziati sono 1.607 e saranno così ripartiti: una quota fissa compresa tra 2 e 15 ricercatori (per un totale di 437 posti) viene assicurata a ogni istituzione, sulla base della dimensione della docenza già in servizio; una quota di 700 ricercatori viene attribuita in proporzione alla popolazione studentesca; una quota di 235 ricercatori viene attribuita in base alla valutazione della qualità della ricerca dell’ateneo; una quota di 235 ricercatori viene infine attribuita in proporzione al numero di ricercatori di tipo b) in possesso di abilitazione scientifica nazionale, già in servizio presso le istituzioni, tenuto conto del diverso fabbisogno di docenti in relazione agli studenti iscritti.
Il secondo decreto prevede uno stanziamento di 15 milioni di euro annui a partire dal 2022 per le progressioni di carriera dei ricercatori a tempo indeterminato in servizio e in possesso dell’abilitazione scientifica nazionale (attualmente poco più di 4.000 ricercatori). Le risorse disponibili consentiranno a 1.034 ricercatori di diventare professori di seconda fascia. Le progressioni di carriera avverranno previo superamento di apposite procedure concorsuali attivate dalle istituzioni.
Tali procedure, per almeno il 50% dei posti, saranno aperte anche ai ricercatori in servizio presso altre istituzioni, mentre la restante parte sarà riservata a ricercatori già in servizio presso l’istituzione che bandisce il concorso. I criteri di riparto prevedono l’assegnazione a ogni istituzione di una quota fissa di risorse per procedere ad almeno un’assunzione di professore di II fascia con procedura aperta a tutti i ricercatori, indipendentemente dalla sede di appartenenza, e di una quota variabile proporzionale al numero di ricercatori con abilitazione in servizio presso l’istituzione.