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Più vicini i data center ottici, faranno crescere Internet

Una nuova tecnica che permette di sincronizzare gli orologi di migliaia di server in meno di un miliardesimo di secondo apre la strada allo sviluppo di reti informatiche in cui tutta la trasmissione dei dati avviene attraverso la luce. Questo progresso sarà fondamentale per migliorare l’efficienza dei centri di elaborazione dati che rendono possibili tutti i servizi di cui usufruiamo online, dal funzionamento dei siti all’archiviazione di foto e video. A indicarlo è lo studio pubblicato su Nature Electronics dai ricercatori dello University College di Londra in collaborazione con quelli di Microsoft Research Cambridge, tra cui l’italiano Paolo Costa.

Lo studio, spiega il coordinatore Kari Clark, “ha il potenziale per trasformare la comunicazione tra computer in cloud, facendo sì che tecnologie chiave per il futuro come l’Internet delle cose e l’intelligenza artificiale diventino meno costose, più veloci e meno energivore”.

Con il progresso tecnologico e l’ampliamento dei servizi informatici, il traffico dati fra server sta aumentando del 70% all’anno. I provider dei cloud finora sono riusciti a rispondere alla crescente domanda grazie al fatto che la complessità dei microcircuiti e la velocità di trasmissione dei dati raddoppia all’incirca ogni due anni, come enunciato dalla legge di Moore. La sostenibilità di questo trend, però, è ormai in dubbio, considerata la difficoltà nello sviluppare transistor sempre più piccoli e veloci. Una possibile soluzione è rappresentata dalle reti interamente ottiche che usano la luce per trasmettere dati: la loro realizzazione, però, è stata finora impedita dalla necessità di regolare l’orologio di ciascun server in accordo con i dati in ingresso, fatto che riduce la performance del sistema. Per risolvere il problema, i ricercatori hanno sviluppato la tecnica del ‘clock phase caching’, che consiste nel sincronizzare gli orologi di tutti i server connessi attraverso le fibre ottiche e programmare l’hardware per memorizzare il valore segnato dall’orologio in modo che non debba essere regolato.

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