Pronta la mappa del Dna del grande squalo bianco, uno dei più abili predatori della Terra: è ricca di geni che riducono il rischio di cancro e permettono all’animale di rimarginare in fretta le ferite. È quanto emerge dallo studio pubblicato sulla rivista dell’Accademia Nazionale delle Scienze degli Stati Uniti (Pnas) e nato dalla collaborazione fra Università Sudorientale Nova, Cornell University e Acquario della baia di Monterey. La mappa è la chiave per comprendere i segreti della biologia degli squali bianchi e per trovare mezzi più efficaci per difenderli dalla minaccia di estinzione.
I ricercatori hanno notato che il Dna dello squalo bianco è piuttosto stabile grazie a geni che garantiscono un efficiente sistema di riparazione dei danni accumulati dal Dna. Dal confronto della mappa del genoma dello squalo con quella di altri vertebrati, compreso l’uomo è emerso inoltre che il Dna del temibile predatore è più grande di quello umano di una volta e mezza.
“Il Dna dello squalo bianco contiene un numero sorprendentemente elevato di geni che regolano i meccanismi di riparazione del Dna, evitando l’accumulo di errori”, ha spiegato uno dei coordinatori dello studio, Mahmood Shivji, dell’Università Sudorientale Nova. “Questo aspetto – ha concluso – riduce il rischio di cancro e potrebbe spiegare perché lo squalo bianco è uno dei predatori più longevi, essendo presente sulla Terra da circa 500 milioni di anni”.