(ANSA) – JESI (ANCONA), 22 OTT – Un innovativo Cubo di Rubik in grado di risolversi da solo per via informatica usando 6 motori contenuti al suo interno. La rivisitazione high-tech di uno dei più popolari rompicapo è l’idea proposta da sei studenti dell’Istituto d’Istruzione Superiore Marconi Pieralisi di Jesi alla Maker Faire Rome 2019. Uno studente della classe quarta BM e cinque della classe quinta AM del Marconi, supportati dal prof. Angelo Bracaccini, hanno portato in fiera il loro Cubo di Rubik, a cui hanno lavorato per sette mesi. L’istituto jesino è una delle 50 scuole italiane (e 5 europee) invitate al Maker Faire 2019: il progetto è stato selezionato tra altri 200 in concorso. Ideato e realizzato da Stefano Giulianelli, Leonardo Di Primio, Teo Conigli, Matteo Perini, Ludovico Ciarloni e Matteo Pinna, il ‘MagikCube’ è dotato di 6 motori, un microcontrollore, dei driver e una batteria. Il cubo usa di un software per essere risolto e dopo aver calcolato la sequenza necessaria, aziona i motori facendo ruotare le facce. “Alcuni di noi – spiegano gli studenti – avevano la passione e la competenza nel risolvere manualmente il cubo di Rubik in poco tempo. Da qui è nata l’idea di realizzare un cubo che si autorisolve utilizzando motori interni e non esterni come già altri maker hanno realizzato”. Al Maker Faire il MagikCube ha destato interesse e curiosità tra osservatori internazionali, tra loro l’amministratore delegato di una catena di sale giochi italiane che ha invitato i ragazzi a realizzare una versione del MagikCube da inserire nelle sale giochi.