Gli spostamenti del Polo Nord magnetico negli ultimi 11.700 anni sono stati ricostruiti per la prima volta grazie alla ricerca italiana pubblicata sulla rivista Quaternary Science Reviews e nata dalla collaborazione fra Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) e Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (Ogs). Insieme hanno analizzato le carote di sedimenti marini prelevate nella regione artica al largo delle isole Svalbard.
Dopo i dati relativi allo spostamento rapidissimo del Polo Nord magnetico verso la Siberia, rilevati nel febbraio 2019, la mappa indica che fin dall’inizio dell’attuale epoca geologica, chiamata Olocene, gli spostamenti del Polo Nord magnetico sono sempre stati variabili e imprevedibili. La ricerca indica che per secoli la posizione dell’antico Polo Nord geomagnetico e’ stata sostanzialmente stabile, confinata in regioni piuttosto limitate. In altri periodi, invece, si e’ registrata ha subito un’accelerazione significativa, coprendo in poco tempo regioni molto estese.
Gli spostamenti del Polo Nord geomagnetico: 3.200 anni fa ha raggiunto la Russia europea e, dopo una pausa di 4 secoli, 2.000 anni fa ha raggiunto il Nord America (fonte: INGV)
L’alternanza di questi periodi di quiete e di attivita’, si rileva nella ricerca, e’ una conseguenza dei complessi processi che avvengono all’interno della Terra, nella zona al confine tra il mantello terrestre e il nucleo esterno fluido nel quale ha origine il campo magnetico terrestre. Si tratta di informazioni preziose per comprendere quanto sta avvenendo oggi, con la brusca accelerazione del Polo Nord magnetico verso la Siberia e, in Antart