La prima foto di un buco nero è la scoperta dell’anno secondo la rivista Science: “un’impresa che era considerata impossibile” e che invece ha finalmente “reso visibile l’oscurità”, grazie al lavoro di oltre 200 ricercatori del grande progetto internazionale Event Horizon Telescope (Eht), finanziato dalla Commissione Europea e al quale l’Italia ha partecipato con Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn).
“Questo è stato un grande anno per la scienza, ma cosa poteva esserci di più meraviglioso che vedere un buco nero?”, commenta Tim Appenzeller della redazione di Science. “Sembra una magia, ma è stata un’incredibile impresa frutto del lavoro di squadra e della tecnologia”. La collaborazione Eht ha lasciato il mondo a bocca aperta, lo scorso aprile, quando ha mostrato il cerchio luminoso fatto di gas bollente che circola sull’orizzonte degli eventi del buco nero M 87, al centro della galassia Virgo A posta a 53 milioni di anni luce da noi. Con la sua potenza, questa immagine ha letteralmente stracciato le scoperte concorrenti del 2019, che Science elenca come ‘runners-up’.
Tra queste spiccano il primo ritratto dell’Uomo di Denisova (votato come scoperta dell’anno dai lettori online con il 49% delle preferenze), il computer quantistico divenuto realtà (con l’elaborazione in pochi minuti di un calcolo considerato difficilissimo nell’esperimento di Google), lo sviluppo di nuovi farmaci contro Ebola e la fibrosi cistica, e l’intelligenza artificiale che ha superato campioni in carne e ossa nella versione del poker Texas hold’em a sei giocatori.
Nella sezione ‘Breakdowns of the year”, Science elenca anche gli eventi più disastrosi per la scienza del 2019, come gli incendi in Amazzonia e il dilagare del morbillo. Un’attenzione speciale è dedicata allo stallo della politica sulla questione del cambiamento climatico, proprio mentre cresce la sensibilità dell’opinione pubblica anche grazie a iniziative come quella di Greta Thunberg.