Le decine di migliaia di satelliti che si preparano a orbitare intorno alla Terra nei prossimi anni, in costellazioni come la Starlink di Elon Musk o la Kuiper di Amazon, potrebbero interferire con l’attività di telescopi e radiotelescopi, ostacolando le ricerche degli astronomi. A lanciare l’allerta è l’Unione Astronomica Internazionale (Iau), che fa appello a decisori politici, agenzie e aziende affinché valutino in maniera ancora più approfondita la questione lavorando a un quadro normativo che aiuti a mitigarne gli effetti.
Finora, rileva la Iau, i satelliti in orbita bassa sono meno di 200, “ma il loro numero sta aumentando rapidamente, con piani che prevedono di schierarne decine di migliaia”. Questo potrebbe rappresentare un duplice rischio per l’astronomia. Innanzitutto, la superficie riflettente dei satelliti potrebbe farli apparire come punti luminosi in movimento nel cielo all’alba e al tramonto, interferendo con le osservazioni di sofisticati strumenti come l’Extremely Large Telescope (Elt), il più grande telescopio ottico terrestre attualmente in costruzione in Cile.
In secondo luogo, sebbene i satelliti vengano progettati per interferire il meno possibile con le frequenze usate dalla radioastronomia, c’è comunque il rischio che l’insieme dei segnali prodotti da una costellazione possa costituire un problema, intralciando ricerche come quella che ad aprile ha portato alla pubblicazione della prima immagine di un buco nero.
La Iau si dice preoccupata per i futuri scenari e sottolinea l’importanza di mantenere cieli quanto più ‘bui’ e ‘silenziosi’ (liberi cioè da inquinamento luminoso e interferenze radio) non solo per il progresso della nostra conoscenza dell’Universo, ma anche per proteggere gli animali selvatici notturni e preservare il cielo in quanto risorsa di tutta l’umanità. “Non conosciamo ancora l’impatto di migliaia di questi satelliti visibili disseminati nel cielo notturno. Nonostante le loro buone intenzioni – conclude la Iau – potrebbero rappresentare una minaccia”.