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Un asteroide potenzialmente pericoloso saluta la Terra

Un asteroide potenzialmente pericoloso accompagnato dalla sua piccola luna sta salutando la Terra e sarà visibile dall’Italia con piccoli telescopi fino al 10 giugno. Si chiama 1999 KW4 e ha un diametro stimato 1,3 chilometri, mentre il suo satellite naturale misura circa 500 metri. La coppia si è avvicinata alla distanza di sicurezza di circa 4,5 milioni di chilometri e ora è in fase di allontanamento. La sua osservazione in diretta streaming è in programma alle 22,00 sul canale Scienza e Tecnica dell’Ansa, in collaborazione con l’Unione Astrofili Italiani (Uai).

Scoperto il 20 maggio 1999 dal progetto americano Linear per l’individuazione degli oggetti celesti vicini alla Terra (Neo), l’asteroide appartiene alla categoria dei potenzialmente pericolosi, che comprende gli asteroidi dal diametro superiore a 150 metri e che sfrecciano entro la distanza di 7,5 milioni di chilometri dalla Terra. Questo passaggio è un’occasione importantissima per osservarlo, perché il corpo celeste “è molto luminoso e quindi è possibile utilizzare piccoli telescopi per studiarlo e determinare, a esempio, il periodo di rotazione” ha detto all’ANSA l’astrofilo Paolo Bacci, responsabile della sezione asteroidi Uai, che ha organizzato la diretta dall’Osservatorio di San Marcello Pistoiese (Pistoia).

Si ritiene che il 15% degli asteroidi noti abbia una luna (sono chiamati asteroidi binari) e osservazioni ravvicinate come questa di 1999 KW4 sono cruciali per conoscere le loro proprietà e mettere a punto strumenti per mitigare il rischio in caso di passaggi pericolosi. L’asteroide si è avvicinato a circa 4,5 milioni di chilometri dalla Terra il 25 maggio, ma durante la minima distanza non era visibile dall’Italia, “lo è diventato a partire dal 27 maggio ma era ancora basso sull’orizzonte” ha rilevato Bacci. Adesso è il momento migliore per osservarlo: è visibile nella prima parte della notte, fin verso mezzanotte fra le stelle della costellazione del Leone. Può essere osservato, ha concluso l’astrofilo, “con piccoli telescopi da 20 centimetri di diametro, se muniti di macchina fotografica che acquisisce più luce, e con strumenti più grandi se si vuole osservarlo in movimento”.

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