Laboratori per simulare ambienti alieni sulla Terra, l’intelligenza artificiale per studiare dati e immagini di altri pianeti e sistemi capaci di prevedere le interazioni del vento solare con le atmosfere di altri mondi: l’Europa si prepara a studiare i mondi alieni con un investimento da 10 milioni di euro con il progetto Europlanet 2024 Research Infrastructure (RI), promosso dalla Europlanet Society, organizzazione che incoraggia lo sviluppo delle scienze planetarie in Europa.
Il progetto è finanziato nell’ambito del programma europeo di ricerca Horizon 2020 e ha una durata di quattro anni. L’Italia ne fa parte con l’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e le Università di Bologna, Padova e Chieti-Pescara. La comunità scientifica europea coinvolta nella Europlanet Society è organizzata in dieci uffici regionali; quello italiano è ospitato dall’Inaf ed è coordinato dall’astrofisica Maria Cristina De Sanctis.
Europlanet metterà a disposizione dei ricercatori un accesso gratuito a 24 laboratori in Europa e cinque siti nel mondo, tra cui uno in Africa e uno al Circolo Polare Artico. Si tratta di analoghi terrestri di ambienti planetari, tra cui quelli ghiacciati delle lune di Giove Europa e Ganimede, o cavità laviche nelle rocce lunari o marziane che potrebbero ospitare in futuro insediamenti umani.
Uno di questi ambienti planetari estremi, dove sono stati scoperti nanobatteri ‘alieni’ che amano luoghi caldissimi, acidi e saturi di sale, è il sito di Danakil nel Nord Est dell’Etiopia, che ospita il vulcano Dallol.
Si tratta di un territorio estremo, con accese sfumature gialle, verdi, rossastre e blu, “ricco di laghi temporanei e sorgenti idrotermali, dove l’acqua è spinta in superficie in ambienti tettonici attivi”, spiega Barbara Cavalazzi, del dipartimento di Scienze biologiche geologiche e ambientali dell’Università di Bologna, che guida le attività di collaborazione globale per Europlanet 2024. “Una regione – conclude – che ha forti analogie con alcune aree della superficie di Marte”.