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Un secolo fa da un’eclissi la prima conferma della Relatività

Un secolo fa un’eclissi di Sole dà inizio a un percorso che farà conoscere a tutto il mondo il genio di Einstein. È il 29 maggio 1919 e l’eclissi consente all’astrofisico britannico sir Arthur Eddington di scattare alcune foto che di lì a pochi mesi permetteranno di dimostrare per la prima volta che i raggi di luce si curvano in presenza di una massa come quella solare.

È la prima conferma sperimentale della Relatività Generale. A distanza di un secolo, nel 2020 un altro esperimento, Aces (Atomic Clock Ensemble in Space) dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa), testerà sulla Stazione Spaziale (Iss) i limiti della Relatività con una precisione elevatissima, grazie a orologi atomici che ‘perdono’ un secondo ogni 300 milioni di anni.

“La conferma della misteriosa Relatività, che 100 anni fa solo in pochi capivano e che raccontava storie straordinarie sul mondo, il cielo e l’universo, fu come un momento di liberazione dalla Grande guerra appena conclusa. Un modo per voltare pagina e tornare a contemplare la bellezza della Natura”, ha spiegato all’ANSA il fisico teorico Vincenzo Barone, dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) e dell’Università del Piemonte Orientale.

L’esperimento di Eddington permette di misurare lo spostamento apparente della posizione di alcune stelle, finalmente visibili intorno al disco solare oscurato. “Il confronto con la loro posizione in un altro momento dell’anno, quando il Sole non si trova tra l’osservatore e le stelle – ha chiarito Barone – consente di misurare una differenza piccolissima, pari a un millesimo del disco solare, dovuta alla curvatura della luce delle stelle che arriva agli occhi di Eddington passando radente al Sole”.

Questo spostamento corrisponde esattamente alle previsioni di Einstein: la sua teoria è corretta e rivoluziona la visione dell’universo di Newton. I risultati delle osservazioni dell’eclissi sono annunciati alcuni mesi dopo, a novembre del 1919. “Eddington, scienziato già molto noto, ha il grande merito – conclude Barone – di fare da cassa di risonanza in tutto il mondo alle idee di Einstein”. Contribuendo, così, a fare di lui una star della scienza.

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