Sorride al microscopio Maria Pia Abbracchio, la farmacologa che ha scoperto le staminali dormienti che possono rigenerare il cervello. Non molla il suo computer Patrizia Azzi, la fisica che ha contribuito alla scoperta del bosone di Higgs al Cern di Ginevra. Appare dietro a una vetrata arcobaleno Barbara Caputo, conosciuta nel mondo come la ‘donna che parla ai robot’. E come loro tante altre scienziate hanno deciso di metterci la faccia per raccontare la fatica e la bellezza di fare ricerca in Italia. Le ha immortalate il fotografo Gerard Bruneau nella mostra ‘Una vita da scienziata – I volti del progetto #100esperte’, un progetto artistico contro gli stereotipi di genere, ideato e curato da Fondazione Bracco, che viene inaugurato il 15 gennaio presso il Centro Diagnostico Italiano in via Saint Bon a Milano.
“La nuova presa di coscienza delle donne in tutte le parti del mondo è una straordinaria leva di cambiamento sociale e politico, ma c’è ancora molta strada da fare”, sottolinea Diana Bracco, Presidente di Fondazione Bracco. “In questa direzione si muove anche il progetto 100 donne contro gli stereotipi, nato prima come una piattaforma, poi con un libro e ora con una mostra di ritratti di alcune di loro che hanno accettato di mettersi in gioco, talvolta in modo spiritoso nei confronti della loro professione”.
Biologhe, chimiche, farmacologhe, ingegnere, astrofisiche, matematiche, chirurghe, paleontologhe, informatiche sono solo alcune delle professioni, condotte ai massimi livelli, delle scienziate ritratte da Bruneau, che racconta: “Ho trovato grandi donne, anche quando piccole e fragili di aspetto, che hanno avuto la forza e la capacità di affermarsi e di conquistare spazi di rispetto, di responsabilità e direzione in un mondo così difficile, ancora fortemente androcentrico, diffidente, discriminante”.