avvocatoinprimafila il metodo apf

Vegetali in orbita: l’agricoltura spaziale potrà aiutare la Terra a produrre ortaggi meno dannosi

Il metodo dello speed-breeding accelera i cicli riproduttivi di alcune piante di largo consumo presentandosi come una valida alternativa per il miglioramento delle colture non OGM. Con questa tecnica si ottengono 6 generazioni di frumento all’anno

(Focus)

L’esplorazione e la ricerca spaziale hanno ricadute importanti e già apprezzabili nella vita quotidiana di ciascuno. Ora all’elenco di quelle che hanno a che fare con la salute, con la robotica o con la scienza dei materiali, se ne aggiunge una di grande importanza per la sicurezza alimentare futura: una tecnologia già utilizzata dalla NASA per accelerare la crescita dei vegetali nello spazio è stata ulteriormente migliorata da ricercatori australiani, e resa adatta ad essere testata in laboratorio, all’interno di piccole serre e camere di crescita da scrivania.

Il metodo – detto dello speed-breeding – è già riuscito ad accelerare i cicli riproduttivi di alcune piante di largo consumo e promette di costituire una buona alternativa per il miglioramento delle colture non OGM, come spiegato nella ricerca del John Innes Centre e dell’Università del Queensland, pubblicata su Nature Protocols.

 La tecnica dello speed-breeding consiste nell’utilizzare avanzate tecnologie LED per simulare regimi diurni intensivi e prolungati di 22 ore, e potenziare la fotosintesi fino a ottenere una più rapida crescita dei raccolti. Lo stesso gruppo di scienziati dietro al nuovo studio, riesce già a ottenere con questa tecnica sei generazioni di frumento in un anno, contro le due che crescono nelle normali coltivazioni commerciali.

Accorciare i cicli riproduttivi delle piante consente agli scienziati di selezionare velocemente e in modo naturale (attraverso tecniche di incrocio) le caratteristiche genetiche migliori, alla base di una resa abbondante, della resistenza alla siccità e della resilienza in contesti climatici sempre più variabili: miglioramenti estremamente significativi per nutrire una popolazione mondiale in continua crescita.

La tecnica è già stata utilizzata con successo su piante come frumento, orzo, piselli, colza (una pianta usata per produrre un olio vegetale). Il merito degli scienziati australiani è stato, in questa occasione, creare piccole serre compatte, da scrivania, che consentano di testare lo speed-breeding nei più svariati contesti di laboratorio e in modo economico, prima di intraprendere più impegnative ricerche su larga scala.

Ciò permetterà ai ricercatori di tutto il mondo di individuare rapidamente le caratteristiche genetiche migliori presenti in natura e introdurle in varietà speciali di cereali o legumi a disposizione degli agricoltori. Una “seconda via” rispetto a quella delle colture modificate con le moderne tecniche di editing-genetico, che una recente sentenza della Corte di Giustizia Europea ha stabilito che debbano ricadere comunque sotto la legislazione prevista per gli OGM (anche se non introducono DNA “estraneo” nelle piante). 

Exit mobile version