Visto per la prima volta un pianeta gigante simile a Giove che orbita intorno a una piccola stella con una massa pari a un decimo di quella del Sole: la scoperta, pubblicata sulla rivista Science, sta mettendo in crisi la teoria di riferimento sulla formazione dei pianeti. La strana coppia cosmica si trova a circa 30 anni luce dalla Terra e a individuarla è stato il consorzio europeo Carmenes. Molti italiani che vi hanno collaborato, fra i quali Luigi Mancini, dell’Università di Roma Tor Vergata e dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf).
Il pianeta si chiama GJ 3512b e impiega circa 200 giorni a completare un’orbita intorno alla sua stella. “Lo scopo di Carmenes è trovare pianeti terrestri abitabili intorno a piccole stelle vicine al Sole”, ha spiegato all’ANSA Mancini. “Per individuare il pianeta abbiamo usato la cosiddetta tecnica Doppler, che consente di studiare come varia la velocità radiale di una stella, quella cioè in direzione dell’osservatore. La presenza del pianeta – ha precisato – provoca infatti moti di allontanamento e avvicinamento della stella rispetto a noi”.
Carmenes sta monitorando da più di tre anni circa 300 stelle piccole e fredde, le cosiddette nane rosse, le più comuni della Via Lattea, a caccia di variazioni compatibili con nuovi mondi. “Pensavamo di trovare pianeti rocciosi piccoli e non un gigante come Giove”, ha chiarito Mancini. “Secondo le attuali teorie, non dovrebbe esistere un pianeta gioviano intorno a una nana rossa. Queste stelle di piccola massa formano, infatti, dischi di accrescimento, da cui nascono poi i pianeti, troppo piccoli e con una quantità di materia, gas e polveri insufficiente a formare pianeti giganti. Il che – ha concluso – ci spinge a rivedere le nostre teorie di formazione planetaria”.