“Se un lupo aggredisce un gregge di pecore, il gregge ha bisogno di essere difeso da qualcuno che sia forte quanto il lupo, per questo entra in gioco il cane lupo. La stessa cosa vale in rete. Se i grandi oligopolisti di internet dettano regole in maniera unilaterale, senza possibilità di discussione da parte degli utenti, occorre che lo Stato intervenga per creare servizi di internet pubblici finanziati dalla fiscalità generale”. È la tesi di Renato Parascandolo, giornalista, già dirigente Rai e membro dell’associazione per la tutela della libertà di stampa ‘Articolo 21’, che stamattina ha incontrato un centinaio di studenti dell’istituto superiore ‘Galilei’ di Crema nell’ambito del progetto ‘Conosci, vivi e diffondi la Costituzione’.
“I soldi del Next Generation Ue siano usati dallo Stato in questo modo, con un importante investimento per le giovani generazioni” aggiunge l’esperto invitato dall’agenzia Dire, partner del progetto. “Così come è stato per la televisione”, quindi, la rete va “democratizzata”, bisogna “rompere l’oligopolio delle cinque grandi sorelle, Microsoft, Amazon, Google, Facebook e Apple” con la concorrenza tra pubblico e privato, imitando e potenziando esperienze già avviate in Europa, dice poi.
A partire dall’articolo 21 della Costituzione sulla libertà di manifestazione del pensiero, Parascandolo stimola quindi studenti e docenti a ragionare su quali meccanismi regolino il “paradosso” della rete; paradosso che l’esporto lega alla cosiddetta “economia del gratis”: navigare, telefonare, chattare, con internet è gratis o percepito come tale, ma com’è possibile che internet sia il regno della gratuità, eppure generi profitti pazzeschi? La consapevolezza che “occorre avere un approccio critico” e che “se regolata e gestita in maniera democratica, la rete può rappresentare una svolta per la popolazione mondiale” è secondo Parascandolo una risposta alla questione.
Risposta di cui studenti e studentesse devono farsi portatori e interpreti attivi, commenta la dirigente scolastica Maria Grazia Crispiatico, in quanto “strettamente connessa alla vocazione tecnologica del nostro istituto, tesa a fornire competenze civiche e digitali, perché gli studenti siano fruitori attivi e attenti della rete, per un’etica della responsabilità anche online”. In linea con la preside anche il dirigente dell’ufficio scolastico di Sondrio e Cremona Fabio Molinari: “La sfida oggi– si rivolge ai ragazzi e alle ragazze- è imparare a fare un uso positivo della comunicazione perché siamo invasi da troppi stimoli che non sappiamo distinguere”. Ecco quindi che, incalza Parascandolo, “io ho diritto di informare e dire ciò che penso ma anche quello di essere informato e di informarmi, cioè di avere gli strumenti per interpretare l’informazione che mi viene data. Però, pur con tutta la libertà possibile e in totale assenza di fake news e altro chiacchiericcio, se il lettore non ha strumenti per comprendere ed esprimere un giudizio fondato, tutta la legge va in fumo”.
Isolamento dell’individuo e senso di comunità in internet, social network e censura, social network, guadagni pubblicitari e regolamentazione statale, la rete come strumento di “intelligenza collettiva” impareggiabile nella storia della civiltà umana: questi ed altri i temi al centro della discussione tra Parascandolo e la comunità scolastica cremasca in collegamento.
Quello di stamane è stato il primo di un ciclo di tre incontri di approfondimento dei principi costituzionali. Prossimo appuntamento venerdì 5 marzo col docente di diritto dell’informazione e deontologia giornalistica di Tor Vergata Giuseppe Mennella. I video delle lezioni saranno diffusi sui canali istituzionali del progetto ‘Conosci, vivi e diffondi la Costituzione’, promosso dall’istituto ‘Galilei’ di Crema con l’agenzia di stampa Dire e diregiovani.it.
FONTE: AGENZIA DIRE