La speranza viene dalle scuole. Quella di usare al meglio tutti gli strumenti dell’innovazione, della possibilità di dialogo tra ragazzi e adulti e soprattutto tra ragazzi di mondi diversi. Basta accendere la fantasia e aprire le menti. E’ il tratto comune degli oltre seicento progetti arrivati dalle scuole italiane per il contest “Atlante, Italian Teacher Award” dedicato ai docenti e organizzato da Repubblica@Scuola e United Network. Una iniziativa alla seconda edizione, da quest’anno gemellata con il premio mondiale “Global Teacher Prize”, il Nobel dei prof. Quattro sono stati premiati nell’auditorium della Conciliazione di Roma davanti a migliaia di ragazzi arrivati per la simulazione Onu Imun. Ma insieme a loro il premio è a tutti quei 600 progetti. Ai docenti che hanno risposto all’appello di uscire allo scoperto e far conoscere quanto di bello, utile e importante si fa nelle scuole. L’obiettivo è alimentare la piattaforma online nella quale tutti i progetti sono mostrati e valorizzati. E con questi arrivati nel 2019, che si aggiungono ai 740 del 2018, Atlante è già divenuta probabilmente la più grande piattaforma di questo genere in Italia.
E per loro è il messaggio arrivato dal capo dello Stato, un “apprezzamento per questa iniziativa volta a dare il giusto riconoscimento alla funzione del docente – scrive Sergio Mattarella – selezionando in un vasto campionario di esperienze didattiche e formative quelle che si sono distinte per qualità di attività e risultati”.
ECCO LA PIATTAFORMA ATLANTE CON QUASI 1500 PROGETTI
I progetti vincitori parlano di innovazione, tecnologia, musica e poesia che diventano strumenti di dialogo e inclusione. Per arrivare a risultati concreti e impensabili, realizzare video, persino distribuire prodotti, con un solo obiettivo di fondo: farlo insieme. Non è stato facile decidere, per la giuria guidata da Gianni Giovannetti, (giornalista), con Lorella Carimali (insegnante, finalista del Global Teacher Prize 2018), Martina D’Arco (studentessa, portavoce di Friday for Future Roma), Michela Marzano (scrittrice, professoressa di Filosofia Morale all’Università Paris Descartes SHS – Sorbonne), Riccardo Messina (presidente di United Network), Angela Procaccini (poetessa, Dirigente scolastico), Florinda Saieva (direttore Generale Farm Cultural Park), Roberto Sintini (dirigente Scolastico).
Ed eccole, queste quattro esperienze scelte, riassunte in breve e raccontate in un video nelle scuole dai protagonisti, prof e studenti insieme.
THE NEW POETS, musica e poesia sfidano l’apatia
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C’è un ex alunno rapper che scrive al suo prof: “Senta questa canzone, ci sono dentro cose che ci ha insegnato lei”. Qualche settimana dopo viene invitato a scuola e il prof chiede alla classe di iniziare a scrivere una canzone con lui. “Quale argomento vi piacerebbe trattare?”, ma i ragazzi non rispondono. Il prof allora insiste: “Che cosa vi fa arrabbiare di più?”. Un alunno risponde: “Prof, io mi arrabbio quando mi chiamano marocchino…”. “Ho capito”, risponde il docente, “scriviamo il primo verso del brano”. Così nasce “La nostra rivolta (la Poesia sfida il razzismo)”, e il videoclip (come tutti gli altri) inizia a spopolare. Un anno scolastico dopo l’altro, arrivano – sempre da esperienze vissute – “Sarò me stesso (La poesia sfida il bullismo)”; “Capaci (La Poesia sfida la mafia)”; “Le parole ballano (Musica e Poesia raccontano la dislessia)”; e quest’anno “Non è normale che sia normale (La Poesia sfida il femminicidio)”. Ed è emozionante vedere nelle clip una classe intera che “rappa” nelle strade di Ferrara.
Prof Marco Toscano, materie letterarie, IPSIA “Ercole I d’Este” (I.I.S. “Copernico-Carpeggiani)’ di Ferrara
OFFICINA DEI MARMOCCHI, giochi per la mente
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Il problema è: combattere l’abbandono scolastico. E cosa di meglio di un gioco? In realtà c’è di meglio: farli costruire a loro, i giochi. Nasce così questo incredibile laboratorio pomeridiano a scuola per progettare, pianificare e costruire giochi da tavolo. Li realizzano a mano o con software grafici fino alla creazione di una app: tavolo da gioco con percorso a caselle, le relative carte con domande multiple e risposte, regole e pedine realizzate artigianalmente. E li vendono pure, con il sostegno di Confcooperative Toscana. Ogni alunno, che sia o non in difficoltà, ha un ruolo con compiti e doveri precisi. E così sono nati e sono stati diffusi “Mafialt” per combattere la mafia, “Sbolla Le Bolle Del Bullo”, dove il bullismo si sconfigge con un gioco, “Tutti Pazzi Per Il Clima” sul rispetto per l’ambiente, “Paroliamo” per l’apprendimento della grammatica, “Sicuropoli” sul corretto comportamento a scuola, “Non Chiudere un Occhio” contro la violenza di genere, “Diritti-Amo” sui diritti delle donne.
prof Silvia Cortigiano, italiano, scuola media ‘Istituto Comprensivo 1’ Poggibonsi (Siena)
L’ALFABETO DELL’ACCOGLIENZA
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Usiamo le parole della prof: “Quando un ragazzo straniero arriva in Italia deve superare l’ostacolo della lingua. Non si tratta semplicemente di spiegare l’ABC, ma di far capire come parla, pensa, vive un italiano”. E chi può spiegarlo meglio dei suoi coetanei? Ecco l’idea dei compagni tutor. Che prima guidano all’apprendimento dei rudimenti della nostra lingua: l’alfabeto, la pronuncia, le formule per presentarsi e salutare, esprimere richieste, bisogni e pensieri. Poi con alunni residenti da alcuni anni nel nostro Paese alla scoperta del nostro modo di vita, dai racconti ai film fino alle visite ai monumenti o ai luoghi della movida. Infine la preparazione all’esame di terza media. Riuscito. E poi un regalo “di ritorno”: con lo stesso percorso i ragazzi stranieri hanno raccontato i loro paesi e aperto ai compagni gli occhi sul mondo.
Prof Lucia Pace, lettere, ‘Scuola Secondaria di 1° grado Carelli- Forlani’ Conversano (Bari)
TEAM ANTIBULLISMO. Ragazzi che aiutano ragazzi
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“Abbiamo pensato che un solo referente, per di più adulto, fosse insufficiente a contrastare un fenomeno diffuso e multiforme come il bullismo. Abbiamo deciso di farci aiutare dai ragazzi”. Con un solo scopo: prevenire. E nascono i team antibullismo. I membri del team, eletti dai compagni, sono dodici. Si riuniscono periodicamente con il referente per il bullismo e altri insegnanti motivati, oltre che con psicologi esperti nel tema. Le azioni svolte sono state tante e notevoli: sondaggi anonimi, risposta diretta a richieste di aiuto tentando di fare da mediatori, casella email per scrivere e segnalare, organizzazione di incontri con specialisti. “La collaborazione con questi piccoli aiutanti ha aspetti e momenti entusiasmanti – dice la prof -, abbiamo scoperto situazioni che non sarebbero mai venute alla luce, e ci siamo resi conto che l’esempio è contagioso”.
Prof Patrizia Chelini, lettere, Scuola media ‘Corrado Melone ‘ Ladispoli (Roma)Fonte www.repubblica.it