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E i docenti fragili non potranno insegnare neppure da casa

ROMA – I docenti che risulteranno inidonei all’insegnamento in classe per le sue malattie pregresse, patologie che possono diventare rischiose di fronte a un contagio da Covid, non potranno insegnare da casa. Saranno messi in malattia e, tutt’al più, potranno richiedere mansioni laterali: organizzazione della biblioteca scolastica e dei laboratori, per esempio.

Seguendo una circolare del 4 settembre scorso dei ministeri della Salute, del Lavoro e delle Politiche sociali, l’Istruzione venerdì scorso ha inviato ai dirigenti scolastici una nota in cui si certifica che “la fragilità è temporanea ed esclusivamente legata all’attuale situazione epidemiologica”. Terminata la quale, l’insegnante tornerà alle sue naturali funzioni.

Ogni lavoratore della scuola potrà chiedere sorveglianza sanitaria all’Inail, all’Asl di riferimento e ai Dipartimenti di Medicina legale e Medicina del lavoro delle università.

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Per fragilità si intende “uno stato di salute del lavoratore rispetto alle patologie preesistenti che potrebbero determinare, in caso di infezione, un esito più grave o infausto”. L’età, da sola, non rappresenta un elemento che possa indicare “fragilità”. La famosa soglia dei 55 anni è un’indicazione statistica. L’età può diventare una questione sanitaria se accompagnata da malattie pregresse, la cosiddetta “presenza di comorbilità”. 

I passaggi di un docente che intenda sottoporsi a una visita che attesti “fragilità” sono questi: il lavoratore richiede al dirigente scolastico l’attivazione della sorveglianza sanitaria; il ds avvia la richiesta al medico competente e mette a disposizione i locali scolastici per il controllo; quindi fornisce al medico competente una dettagliata descrizione della mansione svolta dal lavoratore, della postazione-ambiente di lavoro dove presta l’attività e offre le informazioni sulle misure di prevenzione e protezione adottate per mitigare il rischio da Covid-19 all’interno dell’istituto scolastico. Sulla base della visita, il medico “esprimerà il giudizio di idoneità fornendo, in via prioritaria, indicazioni per l’adozione di soluzioni maggiormente cautelative per la salute del lavoratore e riservando il giudizio di inidoneità temporanea solo ai casi che non consentano soluzioni alternative”. La visita dovrà essere ripetuta periodicamente anche in base all’andamento epidemiologico.

Tre giudizi clinici

Sono tre i possibili giudizi medici: “Idoneità”, “Idoneità con prescrizioni”, “Inidoneità temporanea del lavoratore fragile in relazione al contagio”. Se idoneo, iil lavoratore continua a svolgere o è reintegrato nelle mansioni del profilo di competenza. Qualora il medico competente indichi al datore di lavoro prescrizioni e misure di maggior tutela – ad esempio, l’adozione di mascherine FFp2, un maggiore distanziamento – il dirigente scolastico dovrà fornire i dispositivi di protezione adatti e adeguare gli ambienti di lavoro. Il preside, laddove le prescrizioni mediche risultino “non compatibili con l’organizzazione e l’erogazione del servizio”, scrive il capo Dipartimento Marco Max Bruschi, il preside può richiedere una revisione del giudizi.

L'”inidoneità temporanea” del lavoratore fragile può essere intesa “come l’impossibilità a svolgere qualsiasi attività lavorativa nel contesto dato oppure solo relativamente alla specifica mansione svolta”. Il personale docente “non idoneo” viene messo in malattia, ma può chiedere, al momento della visita “e senza indugio”, di essere utilizzato in un ruolo diverso da quello ricoperto prima degli accertament medici. La richiesta di utilizzo deve partire dal soggetto protagonista: sarà il dirigente scolastico a valutare la possibilità di utilizzo e a portare quell’orario di lavoro a 36 ore settimanali. Il lavoratore riconosciuto fragile potrà essere impiegato in questi servizi: biblioteca e documentazione, organizzazione di laboratori, supporti didattici ed educativi, supporto nell’utilizzo degli audiovisivi e delle nuove tecnologie informatiche, attività per il funzionamento degli organi collegiali. Questi servizi potranno essere realizzati da casa, in modalità “lavoro agile”. Al docente, e al lavoratore amministrativo, potrà essere chiesto di trasferirsi in un’altra scuola, all’Ufficio scolastico regionale o addirittura in un’altra amministrazione pubblica.

Arriverà un supplente

Il posto del docente riconosciuto fragile sarà sostituito con una supplenza: la circolare non prevede la possibiltà per “un fragile” di continuare a insegnare a distanza. 

La circolare riconosce che potrebbe essere più difficile trovare un lavoro a distanza equivalente per collaboratori scolastici e cuochi. Il personale a tempo determinato individuato come fragile, sia docente, sia amministrativo, sarà messo in malattia, senza possibilità di lavori alternativi.

La ministra Lucia Azzolina ha assicurato che, ad oggi, i docenti che hanno fatto richiesta per la “fragilità” sono cinquecento, ma con la stesura delle regole interne potrebbero arrivare ad alcune migliaia. Sempre la ministra ieri ha detto che al Consiglio superiore della pubblica istruzione è pronta un’ordinanza dedicata agli studenti fragili: “Nulla vieta alle scuole in cui ci sono le attrezzature”, ha detto, “di stabilire collegamenti che permettano agli studenti che sono a casa di videocollegarsi”.

Fonte www.repubblica.it

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