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Maturità, una studentessa: “Esame orale sia a scuola”

Chiara del liceo Ruffini di Viterbo: “Farlo a casa toglierebbe importanza a prova”.

Lo hanno temuto per cinque anni, pensando con ansia alla notte prima degli esami e al momento dell’orale. Ma ora che sanno di non dover affrontare alcuna prova scritta e forse neanche la schiera di professori seduti in commissione, i maturandi rimpiangono l’Esame di Stato.

“Qualcuno sarà anche contento così, senza il rischio di affrontare la seconda prova e il colloquio orale, ma la maggior parte di noi avrebbe preferito fare un esame normale, con tutte le prove. Fare un esame semplificato non è bello- commenta Chiara, studentessa del liceo scientifico ‘Ruffini’ di Viterbo, a diregiovani.it – ora l’ultima speranza che abbiamo sarebbe fare almeno l’orale a scuola. Chiediamo alla ministra Azzolina di farci tornare a scuola, almeno per quel giorno, anche se costretti a indossare le mascherine. Sarebbe triste fare un esame così importante a casa, senza commissione, senza andare a scuola. Toglierebbe una gran parte dell’importanza della prova”.

Per i maturandi 2020, il coronavirus è arrivato in un momento cruciale per la loro formazione personale e didattica. Ma se dal punto di vista degli insegnamenti le lezioni vanno avanti portando a conclusione la gran parte del programma, nessuno restituirà agli studenti dell’ultimo anno alcuni appuntamenti cruciali come il pranzo dei 100 giorni, il viaggio della maturità e l’ultima campanella a scuola.

“Avremmo tutti preferito finire l’anno a scuola. Sarebbe stato meglio per rivedere i compagni e rivivere la normalità di prima anche solo per qualche giorno- aggiunge Chiara- Adesso cominciamo a sentire il peso della quarantena. Ci manca uscire con gli amici, fare sport. All’inizio abbiamo retto ma adesso inizia ad essere pesante. Noi ci teniamo sempre in contatto con le videochiamate, ma ci rendiamo conto del fatto che non è la stessa cosa”.

La delusione per la fine del percorso scolastico, in alcuni casi si accompagna anche alla preoccupazione di non sapere come saranno i primi giorni universitari, dal momento che la didattica online potrebbe proseguire fino a settembre. Chiara ha scelto di frequentare la facoltà di fisica a Roma, ma non è facile in questa situazione cercare un appartamento né sostenere il talk orientativo per l’ingresso nell’ateneo.

“Questa emergenza rende l’aspettativa dell’università ancora più difficile di quello che ci immaginavamo, perché è tutto in forse– conclude la studentessa- L’inizio dell’università è sempre un po’ traumatico. Avrei preferito farlo nelle aule invece che online. Spero che la cosa possa risolversi presto”. 

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